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Bruce Sudano: recensione di Ode To A Nightingale

Il cantautore Bruce Sudano con questo nuovo Ode to a Nightingale ha voluto rendere omaggio a quel cantautorato rock americano che ha in Tom Petty uno dei suoi più grandi interpreti.

Bruce Sudano

Ode To A Nightingale

(Purple Heart)

rock

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bruce-sudano-recensione-ode-to-a-nightingaleIl cantautore Bruce Sudano, noto agli appassionati per aver scritto nel corso degli anni canzoni per gente del calibro di Micheal Jackson, Donna Summer e Dolly Parton, con questo nuovo Ode to a Nightingale ha voluto rendere omaggio a quel cantautorato rock americano che ha in Tom Petty uno dei suoi più grandi interpreti.

Non è un caso che il brano posto in apertura dell’album, al secolo Cosmic Ride, sia davvero qualcosa che ricorda molto da vicino la produzione del biondo chitarrista venuto improvvisamente a mancare nel 2017 o anche i lavori dei seminali Traveling Wilburys, in cui, oltre al nostro, militavano personaggi immortali come Roy Orbinson, Bob Dylan, George Harrison e Jeff Lynne.

La somiglianza della voce di Sodano con quella del grande Tom si ritrova ancora di più nella successiva Fatal Love, tanto da portare, probabilmente, in confusione chi ascolta Ode To A Nightingale.

Sicuramente non ci sono squarci elettrici tipici della produzione degli Heartbrakers, ma il liet motiv di questo disco è la presenza, più o meno, forte del buon Petty che si sente, si percepisce e si avverte dalla prima all’ultima nota.

Le canzoni, va detto, sono molto incisive e sono curate nei minimi particolari da un musicista che ha un’esperienza internazionale di prim’ordine e che si è avvalso in sede di produzione di Randy Ray Mitchell che, tra l’altro, qui dentro ha suonato anche il basso e le chitarre.

Insomma tutto molto bello e preciso, ma appare chiarissimo come si tratti di un vero e proprio disco che rasenta l’imitazione assoluta di un grandissimo artista come Tom Petty.

Questo lavoro potrà sicuramente piacere, ma creerà anche discussioni tra i fan del chitarrista americano, proprio per quanto detto nella recensione, vista la somiglianza pazzesca che ha la voce, ma diremmo più in generale il sound di Sudano con la produzione artistica di uno dei più grandi geni che il rock americano abbia mai prodotto.

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Francesco Brunale
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