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Bruce Springsteen: recensione di Letter To You

Il Boss - Bruce The Boss Springsteen - torna con Letter To You, un disco che parla di rinascita attraverso dodici canzoni che ripercorrono la sua esistenza.

Bruce Springsteen

Letter To You

Columbia Records

country folk, classic rock

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Bruce Springsteen – Letter to you, un disco epistolare

recensione Bruce Springsteen Letter To YouIl fascino antico delle lettere scritte a mano si lega alla magia della musica e dà vita al nuovo romanzo discografico ed epistolare di Bruce Springsteen dal titolo Letter To You.

Ad un anno di distanza dalle scenografie rurali, orchestrali, inquiete, selvagge e crepuscolari di Western Stars, il Boss torna sulle scene con un album che parla di rinascita, attraverso dodici canzoni che ripercorrono la sua esistenza e che compongono il ventesimo capitolo della sua carriera quasi cinquantennale.

Circondati da una forma di comunicazione digitale omologata, globalizzata, anglofona e codificata in parole chiave universali quali hashtag, tag, link, trend topics, ecc., abbiamo potuto constatare come la propaganda mediatica contemporanea abbia focalizzato le proprie attenzioni esclusivamente su quella finestra che è il presente, nella sua dimensione sempre più effimera, deperibile, liquida ed inconsistente.

La new age moderna sta cancellando, piano piano, l’importanza della memoria, l’insegnamento del passato e qualsiasi affaccio esterno sul futuro.

Ma è proprio quando le aspettative sembrano orizzonti irraggiungibili, irreversibilmente offuscati ed avvolti dalla fitta nebbia del fallimento, dell’ignoto e dell’incertezza, che è fondamentale tenere accesa la fiamma della speranza, per quanto flebile essa sia.

Stringendosi attorno a quelle poche certezze che possono essere le colonne solide della storia, della letteratura e della musica, come una spalla sicura su cui appoggiarsi, è possibile riscoprire la nostalgia del Jersey Shore, di quelle immagini e di quei suoni, per comprendere quello che sarà il futuro, o quantomeno per interpretare le pieghe del presente.

Riscoprire la nostalgia per guardare alla contemporaneità

Così, Bruce Springsteen guarda alla contemporaneità, riavvolgendo un vecchio nastro e ripartendo dalle sue radici, dal sodalizio rhythm and blues con la sua E-Street Band, da quella scrittura semplice e diretta (ma non per questo priva di significati profondi e autentici), con nove tracce completamente inedite e rispolverando tre brani composti nei primi anni ’70, ma mai pubblicati (Janey Needs a Shooter, If I Was the Priest, Song for Orphans).

Suoni ed immagini che superano le barriere del passato e resistono alle intemperie degli anni, come un messaggio all’interno di una bottiglia, per rivivere com’è cominciato tutto, da dove è partito quel sogno americano viscerale, malinconico ed energico che, col tempo, si è fatto colonna sonora del sentimento della periferia proletaria, delle tante terre promesse, rincorse con polmoni e coraggio, e di quell’irrinunciabile rapporto simbiotico tra i ricordi e i fantasmi del nostro vissuto.

Una lettera per te che stai leggendo, per voi che state leggendo, e per chiunque abbia, ancora oggi, l’ormai desueto ardire di dedicare quel dono prezioso a qualcuno di speciale e lontano. Una lettera che viene dal cuore, scritta con inchiostro e sangue, che racconta dubbi, paure, felicità, dolore, sole e pioggia, oltre a ciò che non tornerà mai più, ovvero il nostro tempo, per noi stessi e per gli altri.

Con questo ennesimo sforzo artistico, Bruce Springsteen ci accompagna sottobraccio tra istantanee, fotogrammi, preghiere alla Ben E. King, ballate folk e classic rock americano, esprimendo tutta la sua potenza emotiva e quell’ispirazione primordiale dylaniana e vanmorrisoniana, che rappresentano appieno la poetica e lo spirito di un mito inossidabile ed instancabile come il 71enne folk-singer del New Jersey.

La sua eterna devozione per il rock and roll, amico di mille avventure, assieme al suo stile immaginifico e al suo inconfondibile timbro rassicurante e sofferto, lo hanno reso uno dei cantautori internazionali più famosi e profilici del rock tradizionale.

Conclusioni

Letter To You scorre sui solchi del vinile come il vento di fine estate in un luna park ai margini della città, contando molte più pecore drogate ed anziane che leoni bambini, contando cicatrici e ferite, ma con il desiderio di riscoprire gli accordi perduti e l’atmosfera d’una volta, dagli stadi ai piccoli bar, in un mondo che, secondo Springsteen, può rifugiarsi soltanto nel ronzio di un amplificatore, nella memoria collettiva di un luogo ed in quell’àncora di salvataggio che è la cultura musicale.

E quando la stagione della rinascita sarà finita, oltre quella lunga strada apparentemente senza fine che è la vita, allora ci rivedremo nei sogni (caro amico Clarence), con un sorriso liberatorio e con quell’immancabile pizzico di malinconia.

Ed anche se certi treni raccontano la storia individuale di ognuno di noi, è confortante pensare che, al tempo stesso, raccontino la storia di tutti, legati insieme dallo stesso destino.

Il sito del ‘Boss’

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Andrea Musumeci
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