Black Mountain + The Night Terrors
Roma, Circolo degli Artisti, 01 ottobre 2010
live report
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Quando arrivo al Circolo degli Artisti per assistere alla data romana dei Black Mountain è ancora presto, la gente è poca e impegnata nella cena. Davanti al palco, la classica situazione: un gruppetto sparuto di spettatori, la sala semivuota in cui è ancora possibile respirare, anzi, fa quasi freddo, ed ecco, inaspettata, arriva la prima (e pressoché unica) sorpresa della serata: gli australiani The Night Terrors. Che con il loro sound da incubo elettrificato, pungente e romantico, creano un’atmosfera intensa, alimentata visivamente da giochi di luce e dai gesti quasi da rito esoterico che esige il theremin.
E’ poi il turno dei Black Mountain, e la sala è ormai piena. Il quintetto canadese (Stephen McBean-chitarra e voce, Amber Webber – voce, Matt Camirand – basso, Jeremy Schmidt – tastiere, Josh Wells – batteria), che promuove il suo terzo album, Wilderness Heart, edito di fresco, è sul palco poco prima delle dieci per iniziare il suo live set che si concluderà un ‘ora e mezzo dopo.
Difficile dare un giudizio che renda conto della serata in modo equilibrato.
Il loro hard rock psichedelico, contorto e contrastato ha molti aspetti interessanti, la loro bravura è palpabile, il loro denso set bilancia pezzi vecchi e nuovi (come Let Spirits Ride, che riscuote gran successo, e Roller Coaster) e riesce a dosare sapientemente momenti caotici, che fanno sobbalzare e ballare il pubblico, e fasi introspettive, dal tempo e ritmo rarefatti e ipnotici. Quello che mi ero aspettata ascoltando il disco, ovviamente accentuato dalla dimensione live e dal luogo raccolto. E arriva poi anche l’altra faccia della medaglia, vissuta anche questa nell’ascoltare l’album e che dal vivo viene confermata: a volte nella loro musica si perde il filo con facilità, i brani sono una sorta di corsa a perdifiato senza una direzione precisa, e la conseguenza è che a tratti sembra di percepirla come qualcosa che possa essere lasciato sullo sfondo, senza che afferri l’astante intimandogli: “Ascoltami!” e pretendendo tutta la sua attenzione. Opinione in certo modo alimentata anche dall’interazione con il pubblico ridotta ai minimi termini e a tratti quasi imbarazzata. Forse sono solo timidi, o eccessivamente seri…
Guardandomi intorno mi rendo conto ancora una volta di quanto le sensazioni siano soggettive, dal momento che il pubblico (tanto per la cronaca, di età media piuttosto alta, almeno dal mio angolo visuale) è particolarmente surriscaldato ed entusiasta e riesce comunque a creare una bella atmosfera.
Alla fine, il bilancio della serata rimane comunque altalenante.
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