Berlin – Rom Express
Alva Noto + Pan Daijing + Rabih Beaini
Roma, Villa Massimo, 7 settembre 2018
live report
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La Raster e la Noton hanno divorziato e procedono ognuna per i fatti suoi, l’Electric Campfire è emigrato a San Pietroburgo e l’Accademia Tedesca Villa Massimo voleva ritornare a qualcosa di più intimo. E allora… dopo dieci magnifici anni … benvenuta alla nuova rassegna Berlin – Rom Express. Buona la prima (anzi, ottima!).
E così anche quest’anno, a vacanze estive finite, Villa Massimo ci accoglie in un morbido abbraccio fatto di ottima musica (elettronica, ovviamente!), fiumi di birra e spuntini.
Berlin – Rom Express è il nuovo format, ridotto rispetto al precedente e con l’idea di gettare un ideale ponte tra la capitale tedesca e quella italiana, ponte che porta artisti di stanza a Berlino ad esibirsi tra le meraviglie architettoniche di Villa Massimo, a Roma.
Squisito padrone di casa del palco, come al solito, Alva Noto, stavolta in versione dj-set. Un gigante! I suoi 90 minuti sono stati stratosferici, un capolavoro di tecnica e di estro in cui il nostro ha agito col solo ausilio di un iPad Pro, dotato lui-solo-sa di quale software, con cui ha prodotto in diretta brani basati su pattern precedentemente campionati, ma anche… facendo l’impossibile.
Grosso modo a metà del set, Carsten Nicolai (aka Alva Noto) ha preso un frammento al limite del riconoscibile di Hey Boy Hey Girl (Chemical Brothers), l’ha messo sopra un frammento di Numbers (Kraftwerk, anche in questo caso difficilmente riconoscibile) e ne ha fatto un brano scatena-pista, salvo poi far fare capolino a Michael Jackson. Giusto il tempo di farlo riconoscere alla platea e… si mette a giocare con / mandare in loop l’intro di batteria di Blue Monday (New Order), farcela ballare e… di nuovo… costruisce in diretta un brano basato su un frammento di Do It Again (ancora i Chemical Brothers), da cui esce col campionamento del fischio del treno di Last Train to Lhasa (Banca De Gaia), per poi… Semplicemente pazzesco!
Tradizionalmente Alva Noto conclude i suoi dj-set con Sex Machine di James Brown, che userà anche stasera e che farà sfumare in quella che è una vera e propria confessione di ispirazione, una batucada brasiliana passata a velocità doppia.
Seppure personalmente preferisco Alva Noto nei suoi live set multimediali basati su materiale proprio, confesso che il tasso di divertimento di stasera è stato altissimo.
Prima di lui, a cavallo di una moto che ha fatto aprire la platea come il Mar Rosso, s’è esibita una delle vincitrici di quest’anno della borsa di studio dell’Accademia per la cattedra di Musica Elettronica (che tanti anni fa vinse proprio Alva Noto), ovvero la cinese di stanza a Berlino Pan Daijing. Per lei 30 minuti di performance (più che di vero concerto) in parte a volto coperto, svelato con un colpo di teatro a metà. Autrice di una sorta di mantra sonoro tanto tetro quanto efficace, Pan Daijing promette benissimo, la lasciamo nel radar e siamo dispiaciuti che il solito pubblico cafone romano abbia approfittato del suo spettacolo per raccontarsi le vacanze in un fastidioso chiacchiericcio, più che dedicarle l’attenzione che avrebbe meritato.
Ad aprire la serata Rabih Beaini (anche in azione col moniker Morphosis); è un artista e producer libanese vissuto a lungo in Italia ed ora operativo a Berlino. Il suo dj-set è in verità basato prevalentemente su materiale proprio e che viene manipolato in diretta, è un unico flusso sperimentale che mescola senza soluzione di continuità elettronica, musiche etniche di diversa provenienza, impro-jazz, San Ra e tanto altro ancora. Interessante per una trentina di minuti, che sarebbero bastati come “biglietto da visita” dell’artista, ma un’ora e mezza così… ha scoraggiato in molti, facendogli preferire il buffet.
In conclusione, ottima serata che – ancora una volta – conferma Berlino come la capitale della musica elettronica sia nella sua veste più sperimentale e sia dance-floor-oriented.
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