Berlin Rom Express 2024
Roma, Accademia Tedesca, 13 settembre 2024
live report
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Nei suoi sette anni di esistenza, Berlin Rom Express ha sempre rappresentato il modo in cui l’Accademia Tedesca ha fatto festa per salutare l’estate. Stavolta è stato un “Benvenuto, inverno”, più che un “Arrivederci, estate” (autunno: non pervenuto), col pubblico di Roma che il giorno prima era a maniche corte e il giorno dopo s’è presentato con i giacconi invernali nella sempre accogliente Villa Massimo.
Ma Berlin Rom Express, la notte al silicio fortemente voluta da André Jürgens e Carsten Nicolai (artisticamente conosciuto anche come Alva Noto), consente agli appassionati di chincaglierie elettroniche di fare il punto su cosa si muove nella capitale europea della musica elettronica, Berlino.
E da quello che s’è ascoltato quest’anno…
Almeno per quanto mi riguarda, era molto atteso il debutto assoluto in Italia di Szary (che per questa scorribanda solista perde il nome di battesimo, Sebastian, ovvero il 50% dei Modeselektor e il 33% dei Moderat); fresco di pubblicazione di Datei, un vinile in edizione limitata in cui riprende e destruttura alcuni elementi di More D4ta dei suoi Moderat, Szary stasera ha diviso il suo set in due parti, la prima decisamente più ambient (infettata il giusto da scariche ritmiche opportunamente mandate in panning), la seconda decisamente più pompata, anche grazie all’intervento di Alva Noto che – perfetto padrone di casa come sempre – è intervenuto ad alzare il volume. Il risultato? Molto spesso interessante, come qualche passaggio un po’ troppo di maniera. In entrambe le parti del live set, Szary sembra analizzare ogni frammento della sua musica, desideroso di andare per sottrazione più che per accumulazione, e osservare che effetto che fa sulla sua audience. PC, mixer, un mini-Korg e qualche scatolotto: Szary sarà l’unico nel corso della serata a suonare qualcosa.
I visual realtime di Markus Heckmann, che ha curato le proiezioni di tutti gli artisti della serata, per questo set sono stati particolarmente suggestivi.
Prima di lui, davanti a un pubblico infreddolito ma non per questo freddo, la borsista dell’Accademia Hanne Lippard (inglese, classe 1985) ci ha deliziati con la sua performace/reading dai toni politico/sociali, condita di abbondanti dosi di ironia e sperimentazioni linguistiche (sperimentazioni che – a mia memoria – da sempre affascinano Alva Noto). Parole senza musica per far riflettere.
Ziúr normalmente si divide con la stessa disinvoltura tra musei, festival e dancefloor. Il suo è un dj-set in cui a farla da padrone sono due elementi: la sua tecnica straordinaria e le esplorazioni ritmiche che propone. Davanti alla sua irrefrenabile energia… è necessario lasciar andare corpo, muscoli, ossa, per vivere fisacamente il suo set.
Anche quest’anno la festa finisce con la tecnica sopraffina del dj-set di Alva Noto: di come armato di solo iPad si diverta (e ci fa divertire) a prendere frammenti di brani, mandarli in loop, manipolarli e farli diventare altro, abbiamo parlato ripetutamente (consultate l’archivio). La jam finale, con tutti gli artisti che circondano Alva Noto, è l’esaltante arrivederci al prossimo anno.
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