Berlin-Rom Express 2019
Roma, Accademia Tedesca, Villa Massimo, 13 settembre
live report
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… e buona pure la seconda. Il format Berlin-Rom Express per la seconda volta sbarca all’Accademia Tedesca, a Villa Massimo (Roma). Inutile rivangare il glorioso passato della precedente manifestazione, il presente è questo. Nel bene e nel male (e fra qualche riga scoprirete cosa intendo).
La storia la sanno tutti: Alva Noto, ex borsista dell’Accademia Tedesca, da più di un decennio dimostra la sua gratitudine all’istituzione organizzando un happening di musica elettronica nel parco che è solo il corollario di un vero e proprio gioiello di architettura, in cui passato remoto e passato prossimo si fondono a meraviglia.
Bruciati in meno di due minuti gli ingressi disponibili, col conseguente codazzo di polemiche di chi è rimasto fuori, il programma giustificava la curiosità della platea.
Affidato a un mini-set scurissimo di Florian Kupfer il riscaldamento, l’hype per il live set di JASSS, al secolo Silvia Jiménez Alvarez, spagnola ma ormai berlinese d’adozione, era davvero molto. Suona in lungo e in largo in tutto il mondo, ha fuori un album e tre EP a suo nome e qualcuno ancora ricorda il suo spettacolo al Sonar 2018. Il suo live set è eterogeneo quanto basta (anche troppo), una sorta di bigino sulle possibilità di JASSS, in grado di passare con disinvoltura dall’ambient più cinematica al noise, da influenze arabeggianti alla quasi-EDM.
JASSS è borsista 2019-2020 all’Accademia Tedesca. Probabilmente questo periodo le servirà per mettere meglio a fuoco la sua cifra stilistica. Al momento ha un sacco di idee, alcune molto buone, ma per noi poveri mortali che facciamo parte del pubblico è un’artista ancora difficile da mettere completamente a fuoco.
Florian Kupfer, tedesco di 31 anni, ha all’attivo un album e una serie sconfinata di singoli, EP e remix. Richiestissimo sui dancefloor di tutto il mondo, stasera s’è comportato come Dottor Jeckyll e Mr Hide: tanto raffinato nel set di riscaldamento iniziale quanto piacevolmente techno-tamarro nel suo set principale. Non pulitissimo nel mixing, la techno che ha passato (sua e di altri) è pesante quanto basta a scatenare l’entusiasmo dei presenti, che urla il suo nome a gran voce, strappandogli sorrisi sinceri.
Tutta un’altra storia il dj-set di Alva Noto. Come già ci aveva dimostrato lo scorso anno, Carsten Nicolai è in grado di farci divertire e di stupire allo stesso tempo, con l’ausilio di un solo iPad Pro e manipolando / remixando / suonando in diretta pattern e frammenti provenienti dal suo ultimo lavoro in studio Unieqav (reso quasi irriconoscibile), oppure prendendo dei micro-frammenti di brani pop (giurerei di aver riconosciuto alcuni secondi rubati ai Technotronic e altri a Michael Jackson), mandando in loop la sirena iniziale di Bad Kingdom dei Moderat, salvo poi svelare il brano ai più (scatenando l’entusiasmo generale) ma smembrandolo e ricostruendolo solo come lui sa fare.
Alva Noto aveva il vezzo di chiudere i suoi set con Sex Machine di James Brown, lasciata al naturale; stasera cambia musica e ci lascia la buonanotte con Love Will Tear us Apart dei Joy Division, spegnendo gli amplificatori con solo un minuto di ritardo rispetto alle mezzanotte.
Il bilancio dell’edizione 2019 di Berlin-Rom Express è stra-positivo: molti i motivi di interesse, altissimo il tasso di divertimento, sempre un piacere tornare nella splendida cornice di Villa Massimo. Il rapporto fra sperimentazioni (a cui Alva Noto ci aveva abituati nella precedente rassegna) e dancefloor è nettamente spostato sul secondo, con qualche rimpianto per il recente passato (almeno da parte mia, non certo della maggior parte dei convenuti), ma il passato è passato e non torna più. E il presente è comunque magnifico.
Guarda la foto-gallery del Berlin-Rom Express 2019.
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