Benzina
Amo l’umanità
(Cd, Cinico disincanto)
rock
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Solitamente non è il rock la musica più facilmente associata alla città di Napoli, dal cui calderone artistico, tra l’altro sempre fiorente e “strabordante” di talenti veri (o presunti), sono più spesso neomelodici o simili ad imporsi al grande pubblico. Ciò non significa che, però, non vi siano all’ombra del Vesuvio realtà musicali più legate ad una tradizione decisamente meno partenopea. I Benzina ne sono un esempio.
La band, attiva dal 2002, fa il suo debutto l’anno successivo con l’autoprodotto Replay, album dalle venature maggiormente funk. Dopo l’ep del 2006 Io passo, stimato ed elogiato da molte parti in Italia per la propria carica ed il proprio contenuto di denuncia della situazione delicata in cui continua a barcamenare la splendida città d’appartenenza dei benzina, ecco arrivare in questo 2010 l’atteso secondo album, intitolato Amo l’umanità.
Composto da undici tracce, l’album si fa apprezzare per le caratteristiche più o meno simili all’ep che l’ha preceduto di qualche anno, ovvero una carica rock sferzante ed incisiva, seppur sempre abbinata a ritornelli velatamente pop. Una miscela che in qualche modo può ricordare il risultato ottenuto dai primi Negramaro. Molto interessanti sono, come c’era da aspettarsi, la maggior parte delle liriche, incentrate sui problemi della politica menefreghista nostrana (ed anche non, aggiungerei), sull’egoismo insito nella razza umana, sempre pronta a difendere i propri interessi a discapito del più debole, e sempre pronta a scendere a compromessi. Il tutto in un misto di ironia e sarcasmo non sempre afferrabile al primo ascolto.
Ad essere sinceri musicalmente Amo l’umanità presenta qualche difetto: innanzitutto, sembra proprio un compromesso la mancanza assoluta di assoli o di parti che mettano in risalto la bravura strumentale del gruppo, elemento, a parere del sottoscritto, essenziale in un buon album rock; poi la mancanza di “capolavori” assoluti capaci di trascinare il cd ad un livello qualitativo oggettivamente apprezzabile; infine la presenza di alcuni brani piuttosto deboli nei riff e nei ritornelli (su tutte Tracce e Improbabile, ed anche la piuttosto declamata title-track non supera di molto la sufficienza).
Tuttavia, di fronte a tale album dobbiamo ammettere che il lavoro svolto dalla band è sommariamente apprezzabile, grazie anche alla presenza di tre ottime tracks: la quarta Credi e la settima Se hai se, due ballate dal punto di vista melodico accostabili se vogliamo, ben suonate e ben interpretate dal cantante, dotate inoltre di testi più che interessanti; e l’acidissima nona Maledetto, canzone ancora più aspra della media dell’album, con un testo irriverente a dir poco e molto coinvolgente, davvero un brano di ottimo valore.
Fa piacere sapere che il vessillo partenopeo possa essere finalmente divulgato anche in ambiti musicali di maggior spessore a livello nazionale (ed internazionale), e nonostante Amo l’umanità possieda ancora limiti piuttosto evidenti dovuti all’immaturità ed a scelte artistiche non propriamente volte al meglio del proprio potenziale, tuttavia non si può disprezzare un lavoro che si guadagna una sufficienza, se non solida, comunque piena e meritata, e che dà ai benzina delle prospettive per un futuro che potrebbe essere anche più roseo di quanto si possa credere ad oggi. Certo che in un paese dove vi è (quasi) la censura come l’Italia, forse il mainstream potrebbe risultare pressoché off-limits con testi del genere…peccato!
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