AdBlock Detected

Stai usando un'estensione per bloccare la pubblicità.

RockShock.it dal 2002 pubblica contenuti gratuitamente e ha la pubblicità come unica fonte di sostentamento. Disabilità il tuo ad block per continuare.

Benoit Pioulard: Temper

Temper, il secondo lavoro di Benoit Pioulard, ci porta in un mondo in cui la gravità non esiste, fra bassa fedeltà e fluttuazioni (in)corporee.

Benoit Pioulard

Temper

(Cd, Kranky, 2008)

folktronica

________________

temperBenoit Pioulard è il nome d’arte di Thomas Meluch. Thomas Meluch vive a Portland ed è un polistrumentista. Temper, il suo secondo album (il primo era stato Precis), sembra quasi voler determinare la scomparsa dell’autore.

E’ la ricerca di uno stato di quiete forse assoluto, in cui i corpi passano in secondo piano per via della trasparenza, o dell’auto-dissolvimento dell’estensione a favore di uno stato di cose diafano. Nella folktronica – o nei passaggi più popular – le chitarre ricalcano accordi degni della miglior tradizione acustica per poi privarla del movimento/febbrile a favore di una quiete/movimento non proprio assoluta.

Domande: ma perché il timbro vocale è così lieve? Perché in Ragged Tint l’arpeggio richiude su se stesso la classicità del folk? E in Sweep Generator? E’ chiaro che l’ambient è il non-luogo più adatto per un artista come Pioulard, per le sue pulsioni catatoniche al limite dell’infingardaggine come meta, della neghittosità, dell’inerzia. Il passo successivo è l’evaporazione, e forse l’album comincia già nell’inconsistenza, quasi fosse vapore acqueo di fiumi “vergini”.

Il tutto precipita in una Pyhsic da capogiro, rotolando per strade impervie che portano alla gravosità di Modèl d’Eclàt. Ma questa è anche un’operazione di mescolamento, quella fra lo-fi e folk sulla falsariga di certo indie-rock anni novanta, all’insegna di un sonno(-sogno)/dormiveglia oramai cessato – si dovrà cedere il passo a qualcos’altro -, ostinatamente sognatore, perpetuamente dormiente – non svegliatelo, la sua produzione è in corso solo in questi momenti, quando le voci prendono il sopravvento sul silenzio del primo sonno.

E poi altre evaporazioni, altri svaporamenti, altre “rolling bones”. Serve Hesperus come chiave ideale di una catena (perché basta inserire il “repeat” per non accorgersi della fine) o di un nastro di Moebius perpetuamente in play…

Gli ultimi articoli di Angelo Damiano Delliponti

Condivi sui social network:
Angelo Damiano Delliponti
Angelo Damiano Delliponti

RECENSORE EROSNECER

Articoli: 62