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Bear of Bombay: la recensione di Something Stranger

Tremate, tremate, gli eighties son tornati. Con il suo progetto solista Bear of Bombay, Lorenzo Parisini riporta in auge due decenni fondamentali della storia della musica (contemporanea e non).

Bear of Bombay

Something Stranger

new wave, dream-pop

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Bear of Bombay Something Stranger recensioneDopo aver suonato in diverse formazioni, il songwriter e musicista milanese Lorenzo Parisini lancia il suo progetto solista Bear of Bombay, rivoluzionando il suo sound. Nato come evoluzione degli Zivago, Something Stranger è un EP che ripercorre due decenni di musica, riportando in auge generi quali il dream pop e la new wave.

Per definire la sua musica, Parisini ha coniato il termine “psychodreamelectropop”. Un mix tra psychopop, dream pop e indietronica che affonda le radici negli anni ’80, svecchiato quel tanto che basta da rendere meno ‘posticcia’ l’elettronica di quell’epoca, dove il synth si accompagna a una composizione quasi cantautoriale dei pezzi.

Tra fraseggi più eterei (The Storm), chitarre (Follow you) e loop ritmici, i testi di questi cinque brani raccontano per immagini storie di vita e di sogni, così come le frustrazioni, i desideri e le paure dei personaggi (ipotetici?) che popolano il mondo ben delineato in questa opera prima.

Something Stranger è l’ennesima dimostrazione della curiosità e della devozione di artisti più o meno giovani verso un decennio che non si pensava potesse tornare in modo così prepotente. Uno spunto interessante che però nella musica di Bear of Bombay assume connotati vintage solo sulla carta, pronti a risuonare nelle stanzette dei più giovani.

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Simona Fusetta
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