Banco del Mutuo Soccorso
Villa Torlonia, Frascati, 27 giugno 2009
live report
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Charles Darwin è nato nel Febbraio del 1809 ed è stato un biologo, zoologo e geologo celebre per aver formulato la teoria dell’evoluzione delle specie animali e vegetali per selezione naturale e mutamenti puramente casuali.
Il Banco del Mutuo Soccorso è stato, ed è ancora oggi, uno dei gruppi storici del progressive italiano e nel lontano 1972 fece uscire un disco intitolato Darwin che fu un concept album ispirato alle sue teorie. Nell’anno del bicentenario della sua nascita, il Banco gli rende omaggio nella sua Frascati, con un concerto gratuito nella splendida cornice di Villa Torlonia, eseguendo per intero il concept-album.
Sul palco, il Banco si presenta nella formazione completa e storica, ovvero il barbuto Francesco Di Giacomo alla voce, il fondatore Vittorio Nocenzi alle tastiere e voce, Rodolfo Maltese alla chitarra, Tiziano Ricci al basso, Filippo Marcheggiani alle chitarre, Alessandro Capotto ai fiati e Maurizio Masi alla batteria. Villa Torlonia è uno sfondo perfetto al concerto, immersa nel verde, nella natura, la stessa laddove migliaia di anni fa, i primi ominidi parlavano agli alberi ed alle stelle. L’affluenza di pubblico è notevole, un evento poco pubblicizzato ma che è riuscito a catturare fan del gruppo e persone curiose di ascoltare questo particolare connubio tra scienza e musica.
Ad aprire il concerto una gradita sorpresa: l’attore Alessandro Haber, che ha letto in sintesi vita, morte e miracoli di Charles Darwin, dai suoi studi fino ai fantastici viaggi con la nave Beagle nelle Galápagos, Falkland e Capo Verde, introducendo poi la band per iniziare il concerto.
Prova a pensare un po’ diverso, niente da grandi dei fu fabbricato. E’ l’inizio de L’ evoluzione, il primo brano del disco. Informi esseri il mare vomita, poi il tempo cambierà questi corpi flaccidi in forme utili a sopravvive. La selezione naturale e causale dato l’ambiente circostante dove gli esseri animali e vegetali vivono. La nostra genesi non è di uomini, ma di quadrumeni, ed è giunta l’ora della comparsa in questo mondo di questo essere ominide, fortemente voluto da Madre Natura che desiderava un “figlio”. Egli è solo, cammina a quattro zampe, caccia le sue prede. Ma ha un sogno: conquistare la posizione eretta (La conquista della posizione eretta). Prova, ricade e prova, urlando tutta la sua frustrazione. Ma ce la farà: la selezione farà in modo di farlo diventare un essere evoluto. Questi primi due brani sono caratterizzati dall’essere molti dilatati, con moltissimi intermezzi strumentali e cambi di ritmo, dove la band esibisce le cose migliori, anche se all’inizio impiegano più o meno 3-4 minuti per regolare il volume di ogni singolo strumento. Francesco Di Giacomo, la prima voce, nonostante l’età è ancora in gran forma (e si vede!).
La Danza dei grandi rettili è un brano interamente strumentale, breve ma divertente, piazzato come se fosse un brano d’intervallo tra il primo e il secondo tempo del film. Passano gli anni, i secoli, i millenni. Mentre sta cercando le sue prede, un ominide scruta nascosto altri ominidi ritti, che cacciano e vanno insieme, sono in molti: Cento mani e cento occhi. Cento mani è la loro forza e cento occhi fanno a loro da guardia. Tu sei da solo, ma ora se vuoi puoi andare, oppure restare e unirti a noi. L’uomo comincia ad organizzarsi in società con regole, ha il bisogno di restare unito per sopravvivere. Uomini rinchiusi dentro scatole di pietra, dove non si sente il vento. Ma l’ominide comincia ad avere voglia di evadere, di uscire dal gruppo (Ma la voglia di fuggire che mi porto dentro non mi salverà…). Buona prova corale della band, dove anche Vittorio Nocenzi si cimenta alle parti vocale con buoni risultati.
Ma l’amore? Che cosè che rende unico e particolare un essere vivente, diverso dalle altre forme di vita? 750.000 anni fa, l’amore…che cos’era? Un ominide ha attenzioni solo per una femmina di tutto un branco che era sceso a valle ai pozzi d’acqua per dissetare le labbra secche. Vorrebbe dirle qualcosa questo ominide, nascosto dietro ad un albero senza farsi vedere. Ma il suo labbro ancora non sa dire niente, non sa parlare. Ed immagina una serata con la sua bella, al chiaro di luna sotto le stelle, stendendo veli di vento e foglie sotto i suoi piedi e danzando per lei tutta la notte. Un brano di una melodia lenta e struggente, eseguito magistralmente in duo da Nocenzi e Di Giacomo, con una grande prova di quest’ultimo e grandi applausi del pubblico a fine brano.
A seguire, un momento di riflessione con Miserere alla storia: l’età della pietra, del bronzo, del ferro, la Sfinge che ride ancora per millenni, le costruzioni di città ma…uomo, quanta vita avrà ancora il tuo intelletto, se dietro a te scompare la tua razza! Gli omicidi e le guerre hanno sempre accompagnato l’uomo in tutta la loro stupidità ed inutilità per tutta la vita, ma quando finiranno? E ci sarà il rischio di “autodistruzione”? Una traccia quasi interamente strumentale d’impatto e molto suggestiva.
Ed ora la domanda tempo al Tempo, ed egli mi risponde…non ne ho! Nessuno ha ancora saputo dare una risposta alle domande che divorano l’uomo dagli albori: da dove vengo, dove vado e quanto resta ancora da vivere? E la ruota della vita va, è un ciclo di vita, morte e vita e nessuno, nemmeno il tempo lo potrà mai fermare. Qui si chiude l’intera esecuzione di Darwin dal vivo, con il pubblico in ovazione e con il rientro di Alessandro Haber, a rileggere in maniera teatrale i testi delle canzoni, a raccontarci la fantastica storia dell’uomo e della sua evoluzione.
C’è tempo anche per una ripresa de L’evoluzione ed altri brani storici del Banco come R.I.P. e Non mi rompete, ma il pubblico è ormai soddisfatto per questa serata che consegna Charles Darwin alla storia ed il Banco del Mutuo Soccorso nella leggenda.
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