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Bad Profile: la recensione di One More Time

Dal garage milanese alla California: i Bad Profile sfoderano un rock punk con il loro primo Ep di 5 brani in inglese

Bad Profile

One More Time

alternative rock

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https://www.youtube.com/watch?v=_YLld1AqeK8

 

Nell’estate del 2018 quattro ragazzi insonorizzarono un garage di via Borsieri a Milano, con il proposito di dare sfogo alle loro chitarre e lavorare su dei pezzi inediti cantati in lingua inglese. Le influenze alt rock e punk dei Bad Profile, questo il nome deciso dalla band, hanno modellato le prime composizioni fatte di distorsioni e delay alla Foo Fighters.

Da quel garage sono passati a concedersi diverse esibizioni dal vivo, toccando non solo i palchi italiani, ma anche quelli spagnoli e californiani. Tra la ventina di brani scritti in un anno di lavoro, lo scorso dicembre hanno dato alle stampe questo Ep dal titolo One More Time. Si tratta di 5 brani scritti dai quattro musicisti milanesi in cui si contaminano il rock, il grunge e il punk.

L’album inizia con la title track, dove si avverte l’influenza rock mescolata al punk, un brano brioso e ritmato tra Blink 182 e Foo. Nel secondo pezzo, Wake Up, si respira il sound alla Alice in Chains incatenata al rock. Ma l’atmosfera non muta nemmeno con Lie To Me, che parte con un bel riffone sostenendo un sound roccioso, mantenendosi melodico. La voce di Andrea Greco è ispirata, la chitarra di Dennis Casale sciabola rock senza una sbavatura, la ritmica di Giacomo Iacomino al basso e di Raffaele Cristiani alle pelli sostengono le linee melodiche delle canzoni.

Ecco che con Mistake arriva la ballatona dominata dall’arpeggio, con le chitarre che scorrono dolcemente e regalano alcuni minuti di un soft rock sognante. Si conclude l’ascolto con un brano veloce, immediato, in cui troneggia la rabbia punk innaffiata da amplificazione rock. La struttura dei brani riprende il classico strofa-ritornello e indubbiamente i Bad Profile hanno la capacità di comporre brani di piacevole ascolto, con il risultato di un Ep che scorre fluidamente fino alla fine. Di negativo non sento quei bei assoli che mi aspetto in mezzo a un brano, ma riff graffianti brevi e coincisi, è una loro scelta e la rispetto.

Al termine dell’ascolto ci troviamo di fronte ad una band che tiene stretta con le unghie la tradizione musicale del rock classico spinta dagli impeti punk. Al momento in cui scrivo questa recensione giunge la notizia che i Bad Profile parteciperanno a Sanremo Rock, segno che sono riusciti ad arrivare all’attenzione di chi, la musica rock, la mastica e crede nel loro progetto. Insomma, il quartetto milanese ha iniziato con il piede giusto e mi auguro possa trovare lo spazio che merita.

Sito web:  badprofileofficial.com

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Luca Paisiello
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