Bad Black Sheep
L840
(Vrec)
alternative
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Una delle ultime novità più interessanti riscontrate nel panorama alternative italiano sono, senza ombra di dubbio, i Bad Black Sheep, trio che arriva direttamente da Vicenza e che sprigiona energia vitale come se non ci fosse un domani.
I tratti distintivi della band sono molto facili da individuare: essi si muovono prendendo in prestito la potenza dei Foo Fighters e l’attitudine melodica dei nostrani Ministri, per una commistione interessante che renderà felici gli appassionati del genere.
La partenza di questo L840 è molto avvincente. L’opener Argine fa capire da subito quali sono le pietanze che i ragazzi ci vogliono far mangiare: con un arpeggio di chitarra che ricorda sin troppo da vicino Feel The Pain dei Disonaur Jr, ci si addentra in un brano incisivo e immediatamente memorizzabile sin dal primo ascolto.
Stessa cosa vale per la successiva Fontana, più spinta nel suo complesso, tanto che va a lambire i confini del new punk.
I ritornelli che si trovano per tutto l’album sono facilmente orecchiabili e questo, chiaramente, rende il prodotto accessibile per chiunque.
Arancione ci ricorda quelle produzioni in stile new punk californiano (Lit, Zebrahead) e sarebbe perfetta se venisse suonata in qualche club della costa californiana.
Se Azneciv City è un rimando molto chiaro ai Ministri, le cose cambiano con la seguente La Città. Qui i vicentini abbassano volontariamente i toni, regalandoci un pezzo riflessivo che ha un finale crescente e intenso. La leggerezza di Nani ci sta bene in un contesto come quello di L840, mentre I Viaggi Che Non Ricordo è potenza allo stato puro.
Nel finale il livello si mantiene soddisfacente, grazie alle più che buone Ferro Dentro e Se Partirai che ci fanno capire, casomai ve ne fosse bisogno, la bravura di una formazione che ha tutti i crismi per potersi affermare.
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