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B.R. Stylers: Indubstria

Scoprire sonorità nuove. L'aspetto bello di questo mestiere

B.R. Stylers

Indubstria

(Cd, Alambic Cospirancy)

reggae, dub

_______________

brstylers_indubstriaToc toc.
«Rockshock?»
«Venghi, Arena, venghi!»
«Ah, il dottor megapresidente in persona!»
«Senti, Arena…»
«Ma… mi dà del tu?»
«Ma no! Dicevo “senti lei”»
«Ah! Congiuntivo…»
«Eh, insomma, mi facci la recensione dei B.R. Stylers»
«Ma? I B.R. Stylers? Io? Che quando son nato ai miei genitori ci ho fatto appendere il fiocco nero al posto di quello azzurro perché faceva più new wave?»
«Senti, Arena… lo sa che è estate e sono tutti in ferie? Mi rimane qui solo lei. Su, mi facci il pezzo reggae»
«Va bene, eccellenza, lo faccio… ma poi mi dà il tfr?»
«Su, Arena, lo facci e si levi dalle palle»
«Come desidera, eccellenza».

Mi si perdoni l’introduzione citazionista/creativa. Ma credo sintetizzi al meglio il concetto di pregiudizio su cui non ho potuto fare a meno di riflettere ascoltando questo disco.
Perché non avevo alcuna voglia di sentirlo e tanto meno di recensirlo. Questione di gusti personali, nulla contro i B.R. Stylers.

Mai amato i ritmi in levare, le melodie vocali cantilenanti del reggae, le sonorità del dub.
Ma poi… ma poi sai che ti tocca e metti su il cd. E allora cominci a muovere il piedino. A far ondeggiare il capino a ritmo. Perché il reggae, si sa, farebbe ballare anche un morto.

E allora, nella tua ignoranza del genere, cominci ad apprezzare la contaminazione fra la composizione classica e le sonorità moderne che più ti sono congeniali. L’idea di proporre le canzoni in doppia versione (prima quella puramente reggae, subito dopo il suo corrispettivo dub). Cominci a intuire il lavoro che c’è dietro la scelta dei suoni. Cominci a immaginare quanto lavoro questi ragazzi abbiano fatto in sala prove (prima) e in studio di registrazione (dopo).

Non ho pietre di paragone per valutare in assoluto questo album: non vado oltre a quei pochi classici di Bob Marley e degli UB40. Ma non posso che riconoscere ai B.R. Stylers il merito di avermi fatto mettere in discussione certi preconcetti, di avermi fatto capire che se posso amare i Clash di London Calling posso allo stesso modo amare una canzone come As One.
Non posso quindi che invitare i conoscitori del genere ad ascoltare questo album. E, magari, a farmi pervenire il loro parere nella sezione commenti.

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