Acquatinta del compositore veneto Federico Mosconi è un fluido sonoro che pervade tutto, un modo di intendere il volo come un fascio di note legate assieme da una magnificenza ipnotica senza uguali
Gli Ylium in Empire of light introducono il passeggero d’ascolto in un cosmo predefinito di elettronica baciata di underground, una sequenza di brani/volo che decollano senza mai più atterrare
I milanesi Shame arrivano con Entropia, un disco che appena inserito nello stereo sprigiona fiamme e fuoco che sembra essere al cospetto di Sua Eccellenza Lucifer
World dei ELK è un viaggio notturno a tutto volume che ha la capacità di vivere la vita fino all’ultimo respiro, per questo un disco da tenere stretto tra un pensiero e una boccata di libertà
I californiani The Brian Jonestown Massacre con Revelation riportano la calda polvere frikkettona che non conosce tempo, un disco che suona cose di ieri e le trasforma in suoni odierni, ma senza i capelli lunghi
I reggiani Ismael con Tre raccontano vita e sogno storie e animali in una tracklist che decide l’umore di chi ascolta, tra il De Gregori e poesia agro amara per un profumo cantautorale di livello
Federico Bagnasco tira fuori dal suo strumento l’euforia ancestrale del legno, lo rivede, e lo ibrida con l’elettronica minimalista e quello che ne secerne è un mix di grazia, tribalismo, avanguardia alla corte di una libertà inarrivabile
I New Mendicants con Into The Lime riportano gli anni Sessanta alla freschezza dello ieri nell’oggi, e con solo dieci tracce fanno rivivere un’epoca che chi non l’ha vissuta ha perso metà della sua vita cognitiva, musicalmente parlando. Grandi!
Gli svizzeri Fedora Saura fanno teatro coinvulso su ritmi e citazioni off scoppiettanti, La via della salute è il disco che fa rumore e bardo di una espressività innovativa e psicotropa quel tanto che basta per edificare un bell’ascolto
Si dice Psychopatic Romantics ma si legge grandezza, un disco omonimo per una formazione che vive tra polvere e stelle come una apparizione sonora dai lampi passione voli
I romani Pane su testi del poeta Fabio Orecchini portano un pathos di dolore e denuncia in Dismissione, una modalità acustica e cruda che parla dell’amianto come forma di morte, come forma d’assassinio sociale, e lo fanno magistralmente
Il Corso dei Balocchi dei Radiocroma è un disco da non passare sottogamba, nasconde dentro una specie di attrazione che all’inizio non gli dai un soldo bucato di credibilità, poi quando non te l’aspetti, ti prende tra i suoi ingranaggi umorali
I Mole Moon Walktet con Manuale per funamboli, portano la pressione atmosferica e fisica alle stelle, un disco energetico e caldo che trasporta con se tutte le gradazioni della buona musica senza età anagrafica
Il Fieno con Il Conseguimento Della Maggiore Età “è già adulto” da un pezzo, due inediti e una cover con antipasto del vero disco che verrà, e intanto si fa notare eccome!
Fulvio Buccafusco in A Short Story armonicizza una impeccabile session in otto atti che innegabilmente va a fatturare una eleganza completa di jazz contemporaneo da certificare ulteriormente se mai ce ne fosse bisogno