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Massimo Garofalo

Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock. Parola d'ordine: curiosità. Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

Nadié: Questo Giorno il Prossimo Anno

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I Nadié, da Catania, hanno un'anima divisa in due: tradizione cantautorale italiana ripassata a fuoco lento sotto la lente dello slo-core americano da una parte, dall'altra il più collaudato indie rock tricolore. Il risultato? A volte sorprende, comunque convince

Piet Mondrian: Misantropicana

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Misantropicana incuriosce e diverte ed entra nelle viscere in quattro e quattrotto; non è un capolavoro, ma un disco intelligente che potrebbe - finalmente - far balzare i Piet Mondrian sui palchi indie di tutta Italia

Paolo Benvegnù: Dissolution

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Dissolution non è un semplice best of live dell'artista toscano, è semmai la fotografia del perfetto stato di grazia di un Artista che ha sempre coniugato poesia e sperimentazione, amore per le parole e rispetto per la musica, elevando e modernizzando il concetto di "cantautore"

Giobia: Hard Stories

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Giobia, le loro Hard Stories vengono dritte dritte dagli anni '60 e la loro musica è un trionfo di garage, beat e psichedelia. Non semplice nostalgia, ma un profondo e sincero atto d'amore, ben suonato e divertente

Colya: 54 e Non Sentirli

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I Colya di 54 e Non Sentirli riescono con successo a unire influenze anglosassoni e tradizione rock alternative italiana. Come? Con una dozzina di canzoni che arrivano dritte al cuore, all'anima e alle budella dell'ascoltatore