Autechre
Oversteps
(Cd, Warp)
ambient, elettronica
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Non so voi, ma quando ascolto musica elettronica, non posso stare fermo, magari seduto in poltrona, cuffie, occhi chiusi a pensare a ciò che sto ascoltando. Devo uscire, devo immergermi in una realtà esterna, isolarmi acusticamente, che sia l’abitacolo dell’auto o il lettore mp3, ed osservare il paesaggio che mi si presenta davanti e ciò che accade mentre vengo attraversato dai suoni. Solo così riesco ad apprezzare tale musica. Altrimenti mi distraggo e posso arrivare a pensare che mi dia fastidio.
Manchester ha tanti rappresentanti musicali, gli Autechre sono una sua manifestazione da quasi 20 anni, ed in questi anni si sono avventurati in mondi di suoni sempre più scuri, talvolta così bui da perdere loro stessi la strada e tornando sui loro passi.
I primi 3 minuti del loro nuovo lavoro, Oversteps, sono ingannevoli, andiamo verso un percorso tranquillo o ci dobbiamo preoccupare?
Attraversare la musica degli Autechre equivale a camminare, se non nell’acqua fino al collo, in un mezzo molto più denso dell’aria. Alle volte è morbido e ti accarezza, altre ruvido e lascia graffi fastidiosi.
Ed è così per tutto il percorso, con momenti decisamente accativanti ed altri al limite dell’industrial, senza una struttura evidente. Oversteps è un disco non difficilissimo, ma per cui scoprirne il senso, la fascinazione dei suoni, è necessario tempo e voglia di sperimentare situazioni d’ascolto differenti. In tempi in cui tutto è così veloce, c’è ancora qualcuno disposto a farlo?
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