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Auge: recensione di In Purgatorio

In Purgatorio è il nuovo lavoro degli Auge, una bella perla di un 2022 prolifico per la musica italiana.

Auge

In Purgatorio

(VREC MUSIC LABEL)

alt-rock, wave

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Un trio di musicisti con tanta esperienza, la vecchia scuola che non si rassegna a scomparire, un pugno di canzoni colte e piene di fascino, uno sguardo attento alla new wave e un altro al rock classico ed il gioco è fatto.

Auge, formato da Mauro Purgatorio alla voce, Sara Vettori al basso e Matteo Montuschi alla chitarra, sono un gruppo raffinato che sa quello che fa e non solo per i tanti anni spesi in questo mondo da parte dei summenzionati musicisti.

In Purgatorio, prodotto dall’onnipresente Flavio Ferri, è un lavoro che riconcilia con la bella musica, quella fatta di canzoni che rimangono impresse nella mente e nel cuore e che hanno al proprio interno il gusto della melodia, ma anche della ricercatezza e dell’intrinseca voglia di smussare quelli che sono gli spigoli che potrebbero venire fuori da chi è cresciuto con i Cure e la scena fiorentina.

I nove brani, tra cui una bella rivisitazione di Anima Latina di Lucio Battisti, riescono in questo intento. Ci sono momenti di forte intensità che si ritrovano nella conclusiva Fantasmi ed altri che davvero rimandano agli anni ottanta, vedi l’ottima e potente L’Avvento.

Il cantato di In Purgatorio, a volte, ricorda Paolo Benvegnù, mentre in altre circostanze strizza anche l’occhio agli eroi di Seattle, tanto che L’Ultimo Pensiero ha un’atmosfera plumbea e, allo stesso tempo, viaggiante, grazie al sapiente assolo di Matteo Montuschi, abile ad alternare il suono delle chitarre acustiche con quelle elettriche.

Indispensabile ha un ritmo e un sound che rinvia di molto agli ultimi Nine Inch Nails, perché alla fine Trent Reznor non può non essere un’influenza palese per chiunque ami la bella musica e certe sonorità elettroniche.

Più contorta risulta Cadendo che pare implodere in fase di ritornello, nonostante un inizio molto fluido in cui l’elettronica si fonde molto bene con il rock. In Auge, infine, posta come seconda traccia, è quella più dark del lotto.

 

Sembra di essere nella Firenze dei primi Litfiba con la band di Pelù che flirta pesantemente con i The Cult e i The Cure per una mistura che si rivela una bomba ad orologeria pronta ad esplodere.

Non sappiamo se tra qualche anno si parlerà ancora degli Auge. Oggi possiamo dire con fermezza che In Purgatorio è una bella perla di questo 2022, ricco di uscite soddisfacenti per quanto riguarda il sempre bistrattato mondo del rock italiano.

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Francesco Brunale
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