Atoms for Peace
City Sound Festival, Ippodromo del Galoppo (Milano), 17 luglio 2013
live report
______________________
Il nome di Thom Yorke è da sempre sinonimo di garanzia: che sia legato a quello del suo gruppo storico, i Radiohead, con il quale è diventato l’icona di un’epoca o che sia legato a un progetto di qualsiasi altro tipo, da solista o in ensemble, è un successo già in partenza.
Ovviamente gli Atoms for Peace non fanno eccezione, ma sarebbe limitativo dire che l’eco mediatico che sta ricevendo questa all-star band è tutto merito suo. Gli altri componenti, dai più famosi Flea, eclettico bassista dei Red Hot Chili Peppers e Nigel Godrich, produttore di fiducia dei Radiohead, ai meno noti Joey Waronker, già batterista con Beck e nei R.E.M. e Mauro Refosco, percussionista brasiliano collaboratore di David Byrne e Brian Eno, non sono certo dei semplici turnisti. Ognuno di loro ha dato un forte apporto personale ad Amok, l’album di debutto, che diventa ancora più chiaro una volta on stage.
Sebbene Amok abbia ricevuto un’accoglienza non particolarmente calorosa da parte della stampa specializzata, l’afflusso di gente all’Ippodromo del Galoppo di Milano è quello delle grandi occasioni, spinto forse più dall’interesse di vedere dal vivo Thom e Flea o da semplice curiosità che dalla musica. Verso le 20.30 salgono sul palco gli Owiny Sigoma Band, gruppo nato dalla collaborazione di una manciata di musicisti inglesi (in formazione classica chitarra, tastiere, basso e batteria) e due kenioti. Il risultato è davvero sorprendente, una strana ma riuscita fusione di generi occidentali con musica afro contemporanea che ha saputo conquistare molti degli astanti.
Alle 21.30 dalle quinte fa capolino Thom Yorke, che con la sua sola presenza manda il pubblico in delirio, mentre gli altri componenti degli AFP prendono posto sul palco. Si parte con Before your very eyes… e si prosegue con altri pezzi estratti dal loro debut album e dal disco solista del cantante inglese, The Eraser, classe 2006. Che il performer di Oxford suoni la chitarra, come per la maggior parte del tempo, o si prodighi al piano, come sulle note di Ingenue, il risultato è sempre lo stesso: virtù e perfezione, che si sposano perfettamente (anche se sembrerebbe strano a credersi) con lo stile più funky e sciolto di Flea. In realtà è proprio questa genuina freschezza a prendere il sopravvento, tanto da rilassare lo stesso Yorke che sembra molto più libero e a suo agio in queste vesti. L’improvvisazione ha la meglio in quasi tutte le tracce, creando un’atmosfera decisamente rilassata e giocosa.
Cymbal rush chiude la prima parte di set. Il pubblico richiama i musicisti a gran voce, che escono un paio di volte per una serie di encore. Ipnotico e ammaliante, Thom con le sue movenze rapisce l’attenzione e ti porta davvero dentro alla musica, come soli pochi uomini dal forte carisma sono in grado di fare. Abbozza qualche parola in italiano, scherza e si lascia persino andare a uno striptease (sarà l’influenza del bassista meno vestito della storia del rock?); sembra davvero un altro, quasi più umano, e la gente lo avverte.
Sulle note di Atoms for peace, pezzo che dà il nome alla band e che riprende il titolo di un famoso discorso del presidente americano Eisenhower (oltre che di un pezzo di The Eraser) e Black Swan il quintetto anglo-americano si congeda dal pubblico italiano dopo un’oretta e mezza di performance davvero esaltante, che ha convinto anche i più scettici. Se questo gruppo sia solo il giocattolino di Yorke, che può così dare libero sfogo alla sua vena creativa più estrema senza l’influenza (e l’incombenza) degli altri membri dei Radiohead, o sia invece un progetto indipendente capace di ulteriori sviluppi, questo al momento non è dato saperlo. L’unica cosa che sappiamo è che non ne avremo mai abbastanza di personaggi di questo calibro.
Setlist:
– Before yor very eyes…
– Default
– The clock
– Ingenue
– Stuck together pieces
– Unless
– …And it rained all night
– Harrowdown Hill
– Dropped
– Cymbal rush
Encore:
– The Hollow Earth
– Feeling pulled apart by horses
– The Eraser
– Amok
Encore 2:
– Atoms for Peace
– Black swan
Gli ultimi articoli di Simona Fusetta
- Generic Animal: recensione di Il Canto dell'Asino - November 25th, 2024
- Coldplay: recensione di Moon Music - November 21st, 2024
- Malice K: recensione di Avanti - November 11th, 2024
- Fantastic Negrito: Son Of A Broken Man - November 6th, 2024
- The Armoires: recensione di Octoberland - October 11th, 2024