Ash
A-Z, Vol. 2
(Cd, Atomic Heart Records)
alternative rock, britpop
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Formatisi nel 1992 nel Nord dell’Irlanda gli Ash non hanno cercato la strada più facile per giungere al successo. Col primo album Trailer, risalente all’autunno del 1994, si presentarono con sonorità in bilico fra il grunge e un punk commerciale che, di certo, non erano molto di moda in un periodo in cui in Europa impazzava il britpop degli Oasis e dei Blur.
Nel 1996 però grazie ad alcuni singoli trainanti come Girl From Mars, Oh Yeah e Goldfinger, il loro secondo album 1977 entrò nella lista degli album dell’anno per molte riviste musicali e gli Ash aumentarono parecchio il numero dei loro proseliti.
Negli anni a seguire, nonostante ci fossero tante attese, la carriera degli Ash non prese il volo come ci si sarebbe aspettato. La band cercò di essere coerente col proprio sound e non fece nulla per accattivarsi consensi. Si segnalano così diversi singoli come A Life Less Ordinary (tratto dall’omonima soundtrack del 1997), Burn Baby Burn (2001), Orpheus (2004), You Can’t Have It All e Polaris (2007) ma nessun album ottenne il successo di 1977.
E così fra il 2009 e il 2010, in contemporanea all’annuncio dell’ingresso nella band di Russell Lissack dei Bloc Party, il leader Tim Wheeler comunica che gli Ash usciranno nel corso dell’anno con due album composti entrambi di 13 brani. 26 potenziali singoli che sarebbero usciti a cadenza quindicinale per tutto il corso dell’anno.
Il primo album A-Z, vol. 1 ha visto la luce nella scorsa primavera e ora tocca ad A-Z, vol. 2 portare avanti questo ambizioso progetto degli Ash.
Dare To Dream è il classico brano in stile Ash. Partenza soft che sfocia in una cavalcata trascinata dalle drums e dalla voce carismatica di Wheeler.
Dopo la commerciale Mind Control, troviamo l’emo-pop di Insects e l’orecchiabile Binary intrisa di synth e coretti “uh-oh” tanto di moda ultimamente nell’ambito indie d’Albione.
Physical World passa inosservata, mentre la seguente Spheres risalta con i suoi 6 minuti di alternarsi di ritmi e cadenze.
Si transita poi dalle atmosfere da stadio-anthem che caratterizzano Instincts alla britpop Summer Snow.
Di notevole fattura la ballata romantica Carnal Love, impreziosita da un ritornello che non si stacca più dalla mente.
Dopo un momento di dolcezza ecco gli Ash picchiare forte con un altro brano da notare; Embers martella cattiva dall’inizio alla fine e scuote dalle atmosfere poprock che ci accompagnano per tutto l’ascolto di questo A-Z, Vol.2.
I brani migliori sono quasi tutti verso il termine dell’album e anche la chitarra acustica che contraddistingue la languida Change Your Name mi fa pensare ad aumentare le stellette di questo lavoro.
Per finire, gli oltre 10 minuti di jam di Sky Burial che si rivela uno dei brani migliori che gli Ash abbiano mai scritto e There Is Hope Again, brano poprock di buona fattura che chiude alla grande questo album.
Da un primo ascolto verrebbe da pensare che seppure piacevole da sentire questo A-Z-,vol. 2 non lascerà un segno, mentre successivamente si capisce che, seppure gli Ash verranno sempre ricordati principalmente per i propri lavori degli esordi, da questo album traspare ancora l’entusiasmo degli albori e, per una band con alle spalle oltre 15 anni di carriera riuscire a divertirsi e trasmettere tale energia è una cosa molto positiva !
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