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Army of The Universe: The Hipster Sacrifice

The Hipster Sacrifice, secondo lavoro degli Army of The Universe, è un album che attinge a piene mani dalle sonorità elettroniche degli anni '80 e '90, unendo l'industrial alle suggestioni di band come Depeche Mode e Prodigy

Army of The Universe

The Hipster Sacrifice

(Metropolis Records)

elettronica, industrial


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Army of The Universe- The Hipster Sacrifice
The Hipster Sacrifice, secondo lavoro degli Army of The Universe, è un album che attinge a piene mani dalle sonorità elettroniche degli anni ’80 e ’90, unendo l’industrial alle suggestioni di band come Depeche Mode e Prodigy.

La band nasce nel 2008 a Los Angeles ad opera di Trebla (producer di musica elettronica) e Lord K (ex cantante della band Kult of the Skull God); in seguito Dave Tavecchia (chitarrista) e Chris Vrenna (polistrumentista ed ex Nine Inch Nails) completeranno la formazione. Un mix di sintetizzatori analogici e chitarre distorte è il loro marchio di fabbrica.

L’album inizia alla grande con la prima traccia omonima: ci perdiamo in un gorgo di suoni dark e caotici che ci tengono col fiato sospeso, salvo brevi momenti di respiro. Segue A Visionary Story, piacevole e molto ballabile; è degna di nota la seconda voce in controcanto, che tuttavia è usata in modo eccessivo e alla lunga stanca.

Il ritmo diventa più lento con Pretty Unconsciousness, che ha un ritornello davvero carico e rockeggiante.

Until the end porta con sè una piccola sorpresa: nel ritornello abbiamo il piacere di ascoltare la voce di Chibi (cantante dei The Birthday Massacre), che si amalgama perfettamente con quella di Lord K.

Chillin’ ci rapisce con un’ intro che sembra uscito da un film di fantascienza degli anni ’60, e lascia il posto a In another place, una delle canzoni più riuscite dell’album, melodica e per niente banale.

La settima traccia, Break The Walls, è frenetica e rumorosa, e più che rompere muri sembra creare un vero e proprio wall of sound, ma si era già capito che un fan degli Army of The Universe non deve avere le orecchie delicate.

The Weight of The World è un brano che non ha molto da aggiungere a quanto sentito prima, ma ci pensa la penultima traccia, Coin Operated Girl, a coglierci di sorpresa con un groove inaspettato.

Gli Army of The Universe concludono con una malinconica Mine, che possiamo definire tranquilla, se paragonata al resto dell’album; azzeccata l’idea di finire con un po’ di relax, dopo canzoni così spinte.

The Hipster Sacrifice è senza dubbio un ascolto interessante, che punta allo stesso tempo a chi cerca la novità, ma anche ai più nostalgici.

 

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Daniele Ligios
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