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Aries Field: la recensione di The Halo Behind the Sun

Aries Field è la one man band di Fabio Stoppa e il suo The Halo Behind the Sun è un variegato caleidoscopio di sfumature che spaziano dal prog al metal sinfonico, passando dall'hard rock.

Aries Field

The Halo Behind the Sun

(Broken Bones Records & Promotion)

rock, metal

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Aries Field: la recensione di The Halo Behind the SunFabio Stroppa è il musicista italiano che si nasconde dietro il monicker Aries Field. Dunque, nel caso di specie, ci si trova dinnanzi alla classica situazione della ONE MAN BAND, elemento questo mai abbandonato in tema di rock.

La cosa che sorprende di questo lunghissimo lavoro composto da ben quindici tracce è che Stroppa abbia suonato tutto da solo, oltre ad averci messo l’ugola in un CD che definire solamente metal sarebbe, comunque, riduttivo.

The Halo Behind the Sun, avente ad oggetto il tema della seconda guerra mondiale combattuta in Asia, racchiude in se tantissimi generi. Rock, hard rock, prog, metal sinfonico vanno uniti tutti insieme e danno un quadro di insieme variegato e ricco di sfumature.

La primaria influenza degli Alter Bridge si sente in maniera incredibile. Aries Field usa tantissimo quel sound di chitarra tipico della coppia Tremonti-Kennedy a cui molte volte viene legato il gusto del sinfonico, vedi Sentence che ha molto anche di metal epico.

Ci sono fasi più tranquille come la bella Where The Sun Won’t Fall che potrebbe essere una hit da classifica. Stessa cosa per la strumentale Revelation dotata delle giuste melodie. The Man Against The God è un altro episodio in stile Alter Bridge, anche se con quei chitarroni ci si aspetterebbe di trovarsi dinnanzi da un momento all’altro la magnifica voce di Myles Kennedy.

Ecco, se proprio un appunto va fatto a questo lavoro encomiabile, riguarda il cantato che alla lunga appare essere monocorde. E questo, forse, potrebbe essere un limite per gli Aries Field, soprattutto nelle esibizioni dal vivo, sempre se ci saranno, visto che stiamo sempre parlando di un progetto solista in cui Stroppa è impegnato a suonare qualsiasi strumento gli capiti a tiro.

Ad ogni modo, avendo messo tanta carne a cuocere, si può dire che The Halo Behind The Sun abbia superato l’esame, considerata la portata ed anche la lunghezza del lavoro. Aspettiamo gli eventi per capire come questo progetto si evolverà nel corso degli anni.

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Francesco Brunale
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