Arctic Monkeys
Forum d’Assago (Milano), 13 novembre 2013
live report
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Gli Arctic Monkeys son un esempio di quello che un tempo era la regola nel music business: si lanciava un gruppo e gli si lasciava il tempo di crescere, album dopo album, e di trovare la sua strada. Adesso, se non fai il botto al primo colpo, sei fuori. Ci sono voluti un paio di dischi al quartetto di Sheffield per dare piena forma alla propria maturità artistica: Hambug ha fatto di loro molto più di una meteora garage e AM li ha consacrati nell’olimpo dell’indie rock. In tour ormai da mesi, tornano nel Bel Paese dopo le due partecipazioni estive ai festival di Ferrara e Roma, per uno showcase in terra lombarda.
Nonostante la crisi abbia effettivamente ridimensionato anche la sfera live, il Forum d’Assago, location d’eccellenza del nord Italia (e ancora ci chiediamo il perché, vista la pessima acustica) si riempie fin dall’apertura cancelli. Il pubblico, composto principalmente da giovani, viene accolto dalla performance di The Strypes, quartetto irlandese di ispirazione ’60s-‘70s, decisamente molto British nel genere e nell’aspetto, che mixa rock, pop e blues. Senza infamia e senza lode (c’è da dire che: a. sono al loro primo album; b. sono a malapena maggiorenni, per altro non tutti), riescono comunque a creare la giusta cornice per l’arrivo on stage delle scimmie artiche, che come da copione avviene intorno alle 21.20.
Non appena Alex Turner, Jamie Cook, Nick O’Malley e Matt Helders, ovvero gli Arctic Monkeys, coadiuvati live da Andy Nicholson, salgono sul palco, si illuminano le due immense lettere AM, iniziali della band nonché titolo del loro ultimo CD, che troneggiano sullo sfondo. A loro e alle varie fonti luminose sparse qua e là a diverse altezze il compito di sottolineare i momenti salienti della serata. Che si apre sulle note di Do I wanna know? Dopo i saluti di rito si continua con Brianstorm: il forum si scalda, in un crescendo sapientemente architettato da una scaletta creata ad arte per passare da momenti più tirati (Teddy Picker) ad altri più sofisticati (Fireside), senza mai far calare l’attenzione del pubblico, che di certo non risparmia il pogo in pezzi come I bet you look good on the dancefloor (dedicata a tutte le ragazze presenti) o Pretty visitors.
Con una bellissima versione acustica di Cornerstone i toni iniziano ad addolcirsi, mentre traghettiamo verso la fase finale del live, che si chiude sugli eccezionali giochi di luce della romantica – seppur non nell’accezione più classica del termine – I wanna be yours.
Snap out of it, Mardy Bum e l’esplosiva R U mine? sono i tre encore che mettono la parola fine alla performance milanese degli Arctic Monkeys. Impeccabile dal punto di vista musicale, azzeccata nella scelta delle canzoni; l’atteggiamento un po’ distaccato della band, dovuto quasi certamente al suo britannico “fighettismo”, era ormai nel credo. Tutto ineccepibile, tranne la durata: 1 ora e 20 di spettacolo, uscita e bis compresi, sono decisamente pochini per chi ha all’attivo ben 5 album, e che a questo punto potrebbe concedersi un po’ di più. A volergli dare il beneficio del dubbio, potremmo pensare che l’intento fosse quello di non compromettere il recupero di Alex Turner, che ha di recente sofferto di una brutta laringite che li ha portati a cancellare alcuni show in Inghilterra e Germania.
Setlist / scaletta concerto Arctic Monkeys, Milano, 13 novembre 2013
- Do I wanna know?
- Brianstorm
- Dancing shoes
- Don’t sit down ‘cause I’ve moved your chair
- Teddy Picker
- Crying lightning
- Fireside
- Reckless serenade
- Old yellow bricks
- Why’d you only call me when you’re high?
- Arabella
- I want it all
- Pretty visitors
- I bet you look good on the dancefloor
- Cornerstone
- One for the road
- Fluorescent adolescent
- I wanna be yours
Encore
- Snap out of it
- Mardy bum
- R U mine?
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