Andrea Parodi
Cantù (CO), All’Una e Trentacinque Circa, 20 febbraio 2009
live report
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Le luci soffuse, l’atmosfera fumosa, lo spazio ristretto e il palco costruito alla buona rendono “All’Una e Trentacinque Circa”, storico rock pub di Cantù, il luogo ideale per un concerto di Andrea Parodi.
Per chi non lo conoscesse, Andrea Parodi, nato trentaquattro anni fa proprio a Cantù, è uno dei nomi più interessanti del nuovo cantautorato italiano. Dopo un esordio convincente, Le Piscine di Fecchio, ha pubblicato recentemente il suo secondo album, Soldati, accolto favorevolmente dalla critica. In questo disco, Parodi adatta le modalità espressive tipiche della tradizione cantautoriale nostrana a un sound decisamente americano, che l’artista canturino ha conosciuto e sviluppato grazie alle eccellenti collaborazioni di cui si è avvalso, come quella con il musicista canadese Bocephus King. E da questa sensibilità musicale sospesa tra due mondi nasce una musica famigliare e coinvolgente, che nella dimensione live trova lo spazio più adatto per rivelarsi in tutta la sua forza. Dei suoi modelli americani, Andrea Parodi sembra riprendere l’attitudine sradicata e randagia, che ben si adatta all’atmosfera oscura e malsana da pub dei bassifondi che caratterizza “All’Una e Trentacinque Circa”.
Parodi, abbracciato alla sua chitarra acustica, si presenta sul palco con la triade rock per eccellenza, chitarra elettrica, basso e batteria, a riprova della sua volontà di unire la canzone d’autore al rock. Ed ecco che inizia un concerto in cui storie di provincia italiana si confondono con i colori della frontiera tra Stati Uniti e Messico, in una giostra di sensazioni e di rievocazioni in cui è facile perdere il senso dell’orientamento.
Il cantautore canturino sfodera i pezzi migliori del suo repertorio, tra cui Le Piscine di Fecchio, Per Non Sentirsi Soli e Sussurri e Grida. I testi, rigorosamente in italiano, sono poetici ed immaginifici: ogni parola trasuda di vita vissuta e di vicende sofferte, nasce da incontri casuali e viene sublimata con un tocco evocativo che solo i migliori songwriter sanno usare. Il concerto si svolge, tra una risata e una birra, in clima di grande intimità, in cui i momenti più intensi del concerto vengono poi alleggeriti da divertenti botta e risposta tra musicisti e pubblico.
L’esibizione giunge alla fine in un lampo: il tempo di finire la birra, e il pubblico esce dal pub, inghiottito dalla notte fredda e nebbiosa di una cittadina brianzola. Che, solo per una volta, si è trasformata in una località di frontiera americana, popolata da malinconici suonatori di armoniche e da artisti vagabondi con una storia da raccontare.
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