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Andrea Dieci: recensione di Sbotto

Sbotto, il primo album del rocker milanese Andrea Dieci, tra amori litigarelli, riflessioni personali, buoni amici e il panino giusto per dimenticarsi dei problemi.

Andrea Dieci

Sbotto

(Terzo Millennio Records)

pop, rock

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Sbotto è una raccolta di otto canzoni che, con la vibrante strumentale Chicago Part, compongono il primo album di Andrea Dieci, cantautore milanese che ha maturato una serie di esperienze ultradecennali con alcune band del capoluogo lombardo e che ora ha voluto mettersi alla prova da solista.

Con il produttore di Grignani, Alioscia Arioli, Dieci ha stretto un legame professionale che lo ha portato a registrare alcune canzoni negli anni e si è convinto a prenderle insieme ad alcuni inediti pubblicandole in questo album. Il disco, leggero e lineare, racconta di litigate amorose da sbollire poi con la Compagnia al pub (Chiamo Gli Amici), passando il weekend senza pensieri (Oggi è Domenica), camminando con orgoglio per le vie della città “Gusto in bocca tabacco Rhum e un po di tosse” (Conto Su di Me) per poi tornare a cercarsi (Perché Ti Voglio Bene), tanto poi “Basta stare più insieme e darci un bacio d’amore sotto a un temporale” (Mary Love).

All’anagrafe Andrea Di Lauro, Dieci è un cantautore milanese che ha avuto influenze variabili, dal rap alla canzone d’autore, ma da sempre è invaghito dell’indole rock che lo ha portato negli ultimi anni a suonare su alcuni palchi. Agli esordi ha aperto con le band dove suonava (I Semplici/Nativa) per Le Vibrazioni e Morgan ed è stato assistente tecnico e tour manager dei B-nario. L’ultima esperienza con gli Indako l’ha indirizzato verso un blues rock semplice e quindi in Sbotto ha perseguito questa strada.

Tra qualche brano elettrico e ruspante come Chicago che funziona bene soprattutto tra assoli di chitarra e strumenti a fiato negli arrangiamenti, in generale parliamo di episodi sentimentali infarciti di un rock agevole e in alcune fasi ben calibrato, non scevri ovviamente di alcune lacune. Per esempio quello di Un Secondo è un buon ritornello ma le strofe si perdono in una eccessiva ridondanza senza contare che sulle basse la voce di Dieci non funziona molto bene.

Io Sono Qui è un brano preponderante al pianoforte con un piacevole solo di chitarra intenso, dove il musicista esplora con una certa profondità le cause delle difficoltà dei rapporti. Certo, per decollare c’è bisogno ancora di un’ulteriore spinta, ma si avverte uno stile personale genuino scavando nel pop rock italico di un tempo, e una convinzione nei propri mezzi anche grazie al supporto di musicisti che hanno collaborato alle canzoni.

 

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Luca Paisiello
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