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Il ritorno del vinile. La ristampa di Sognigrafie dei Johnny Freak è il pretesto per fare il punto della situazione sul mercato degli LP

+ 84%. È la crescita del mercato degli LP / vinili in Italia. E anche Sognigrafie dei Johnny Freak è stato ristampato in "disco nero". Ci poniamo tante domande e proviamo a dare qualche risposta sul perché - nell'era dello streaming - l'analogico rispolvera tutto il suo fascino

Johnny Freak

Sognigrafie

(Red Cat Records)

ristampa in vinile

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Johnny Freak sono una band di Frosinone che da dieci anni si sbatte nell’underground nazionale con un pop-rock fortemente autorale, robusto e mai scontato.

Bene in evidenza le influenze grunge dei primi ’90, i Johnny Freak uniscono l’amore per i Pearl Jam alla tradizione rock di casa nostra, il tutto in un flusso musicale sempre piacevole e che promette scintille in versione live.

I Johnny Freak hanno un lunga carriera discografica alle spalle e Sognigrafie è il loro disco d’esordio, uscito nell’anno di grazia 2005. Perché ce ne occupiamo solo ora? Perché l’etichetta Red Cat Records ne ha ripreso il master e lo ha ristampato in vinile, grazie anche ad un mercato che nel 2014 ha visto una crescita del 84% del vinile in Italia, costituendo il 3% delle vendite globali di dischi. In occasione del Record Store Day dello scorso aprile, la FIMI ha fatto presente che The Endless River dei Pink Floyd è stato il long playing più venduto nel periodo, seguito dall’ultimo album di Vasco e Rock or Bust degli AC/DC. Anche i fans degli U2 sono corsi ad acquistare la versione in vinile di Songs of Innocence e conosco personalmente il singer dei The Docks, fans di lunga data della band di Dublino, che ne ha postato l’acquisto sul proprio profilo Facebook. In campo internazionale nel 2014 Jack White l’ha fatta da padrone con le sue 86.000 copie in vinile di Lazaretto, staccando nettamente Artic Monkeys e Lana del Rey.

 

 

Come si spiega questo piccolo successo, nell’era dello streaming musicale? Senz’altro una fetta abbondante di fans non lesina a collezionare ogni chicca del proprio musicista preferito, a partire dal merchandising ufficiale presente negli store dell’artista. Altri prediligono l’ascolto nudo e crudo dei vecchi giradischi che trasmettono un’acustica più profonda e calda dal suono digitale, e Massimo Garofalo potrebbe scrivere un trattato a riguardo grazie alla sua conoscenza professionale sull’alta fedeltà, consultate per esempio il sito QuotidianoAudio e il articolo sulle 10 ragioni per ascoltare i vinili.

Il fascino del vinile non è solo trainato da una testimonianza sonora impressa su un incantevole cerchio nero, ma lo trasforma anche in un oggetto vintage da arredamento da appendere ad una parete o allineare in una libreria dove gli ospiti possono trascinare lo sguardo su una collezione di album che hanno fatto o faranno epoca, come mi è capitato qualche mese fa a cena da un mio cliente che ha tirato fuori dalla custodia di cartone Exile on Main St. degli Stones, per farmelo godere con l’ammazzacaffè. Volete poi mettere la bellezza di certe copertine, il packaging curato e i giochi di cartone che sono stati curati sui vecchi 45 e 33 giri? Guardate questo splendido filmato.

 

Se fino al 2007 la vendita dei vinili in America si attestava stabilmente sul milione di copie ogni anno e nel 1993 con il trionfo del compact disc venivano venduti appena 300.000 copie, il commercio si è impennate fino ai 6 milioni di unità del 2013. Sono piccole cifre considerando l’attuale consumo di musica grazie anche ai nuovi media e ai servizi di vendita on line o streaming audio oggi presenti sulle piattaforme dela rete, ma restano dati impressionanti che attestano la crescita di questo settore di mercato, tant’è che artisti come Bruce Springsteen si stanno muovendo per rimasterizzare in vinile i vecchi album.

 

Uno dei dati più anomali arriva anche dai rivenditori che vendono i vinili: se date per scontato che i collezionisti si rivolgono per la maggior parte ad Amazon, vi sbagliate: è la catena internazionale di abbigliamento Urban Outfitters che vende più vinili nel mondo, ed è strano considerando che la maggior parte dei suoi acquirenti è un target giovanile abituato ad ascoltare musica sui lettori digitali o su Spotify.

Per chi non ama comprare on line ma preferisce sfogliare i dischi nei banchi dei negozi e mettersi sottobraccio l’acquisto da portare a casa, fa una certa difficoltà a trovare negozi specifici nel proprio centro urbano e spesso deve spostarsi di decine di chilometri per incontrare altre persone che hanno la stessa passione per questo culto del mercatino dell’usato che, a quanto pare, ora tanto di nicchia non lo è più.

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Luca Paisiello
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