All the Saints
Fire on Corridor X
(Cd, Touch and Go Records, 2008)
neo-psichedelia
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Fire On Corridor X è l´esordio del trio All the Saints, band di Atlanta che si ispira a sonorità psichedeliche anni ´70 e a riff del panorama alternative-rock di fine anni ’80 – primi ‘90 (Spacemen 3, The Jesus and Mary Chain e, soprattutto, God Machine).
Fin dal promettente inizio si intuisce la sfida lanciata dai tre ragazzi dell’Alabama, ovvero far convivere riff poderosi e aperture oniriche mantenendo l’equilibrio complessivo del disco: la pioggia acida di feedback nel finale di Shadow, Shadow si scioglie con buona disinvoltura nella martellante batteria di Sheffield, offrendo subito un esempio di “continuità nella varietà”.
Il problema di base però consiste nel riuscire a mantenere questa coesione nel corso di tutto l’album: troppe sono le sensibilità e i diversi approcci coinvolti (il brit-pop della title track, le frustate metal di Outs, il folk acustico di Leeds), e spesso non basta un sottilissimo velo neo lisergico imbottito di effetti a garantire efficaci punti di contatto tra i vari brani.
Questa intermittenza si nota soprattutto nella parte centrale, quando le già leggere venature neo-psichedeliche di Farmacia vengono letteralmente travolte dal violento attacco rock di Regal Regalia, a dimostrazione del ruolo secondario della psichedelia, confinata negli angoli dell’album e ridotta a inserto onirico calcolato per placare le tempeste rock/metal.
Peccato, perché le parentesi eteree al 100% sono tra le più appaganti, tanto la densa marmellata lisergica alla Spacemen 3 dopo un viaggio in India di Mil Mil, quanto il flusso acustico di Leeds, così intensamente semplice e stridente rispetto al contesto del disco da far venire i brividi.
Tra i momenti di gloria più hard spuntano i riff distorti di Regal Regalia, le progressioni acido-metalliche di Hornett e Fire On Corridor X, bagliore rock-pop che richiama gli ultimi Oasis.
Un esordio eccitante e rumoroso per gli All the Saints, ma la strada da seguire è ancora incerta: riusciranno i nostri a trovare la formula giusta per incastrare armonicamente parentesi lisergiche in imponenti architetture rock?
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