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Alibia: Manuale Apocrifo delle Giovani Marmotte

La band salernitana torna al massimo delle sue possibilità con Manuale Apocrifo delle Giovani Marmotte. Testi pieni di poesia, supportati da arrangiamenti art-rock e da molta eleganza

Alibia

Manuale Apocrifo delle Giovani Marmotte

(Cd, CNI)

indie-rock

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L’ audace equilibrio tra delicatezza e potenza, l’armonia impossibile tra scienza e sentimenti, la perfetta consonanza tra i toni ruvidi di una voce maschile e le sfumature tenere di un cantato femminile. È difficile districarsi agilmente tra elementi così diversi tra loro; ma gli Alibia, band salernitana al loro terzo album, sembrano aver cucito insieme queste e altre contraddizioni con grande facilità.

Manuale Apocrifo delle Giovani Marmotte pulsa di una vena malinconica, che emerge in testi amari e pieni di nostalgia; ma gli arrangiamenti ricchi, in bilico tra indie-rock e rielaborazioni retrò, riescono a rendere le canzoni  meno buie. Difficile non accostare questa musica a quella dei Baustelle, gruppo con il quale gli Alibia condividono, oltre che una riuscitissima dinamica tra la voce maschile e la voce femminile, ovvero  quelle di Massimo Bonelli e di Katya Moscato, anche un songwriting poetico e mai banale.

Il disco, infatti, affronta tematiche molto spesso complesse sotto ottiche originali. Ecco allora una riflessione sui giudizi morali (Fondamenti di Immoralità), ma c’è anche la rappresentazione dolceamara di un amore (L’Estate Che Non C’è), la descrizione di ricordi sbiaditi nel tempo ma impressi nell’animo (La Geometria Del Tempo), il tentativo di applicare principi scientifici alla sfera affettiva (Il Principio Di Conservazione, Il Moto Circolare, La Meccanica di Lagrange), spinte sovvertitrici (Il Gioco della Rivoluzione) echi filosofici (L’Idea di Te). Il tutto è affrontato in chiave lirica, densa di un intellettualismo che non è mai spocchioso.

Un disco intenso, al tempo stesso dolce e aspro, moderno e nostalgico, placido e furioso. Nella musica degli Alibia, le contraddizioni convivono, creando non caos, bensì una completezza che sfiora la perfezione.

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Sofia Marelli
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