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Alex Britti: recensione concerto Roma, Piper, 12 dicembre 2017 (40 anni di chitarra)

Alex Britti festeggia quarant’anni di chitarra (e non sentirli affatto!) in concerto a Roma nello storico locale Piper Club. Ecco com'è andata

Alex Britti

40 anni di chitarra,

Piper Club, Roma, 12 dicembre 2017

live report

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recensione-concerto-alex-britti

 

Alex Britti: quarant’anni di chitarra e non sentirli affatto.

L’evento per festeggiare questo importante compleanno è stato organizzato da Alex Britti allo storico locale Piper Club, luogo iconico e vero e proprio fenomeno di costume, delle ideologie artistiche e punto di riferimento per le gioventù romana degli anni ’60 e ‘70.

Per una sera, il 12 dicembre 2017, sotto un clima freddo e natalizio, il Piper Club da semplice discoteca romana si è trasformato nel tempio del blues, dove Alex Britti ha intrapreso una trattativa con la sua anima, affinché tutti possano averne fatto parte.

Il palco è piccolo ma ben allestito con l’immancabile sgabello di Britti al centro, batteria e percussioni alle spalle del leader, due coriste, il basso e tastiere sugli esterni del palco.

Intorno alle 23:00, dopo un’attesa quasi snervante, Alex sale sul palco imbracciando la sua chitarra acustica, si siede timidamente e saluta il pubblico con un filo di voce.

La musica inizia e le pentatoniche si sprecano sin da subito. È la serata in cui si celebra la chitarra, protagonista assoluta nella vita dell’artista nonché estensione naturale del suo corpo e compagna inseparabile di lunghi viaggi.

La scaletta segue un andamento quasi istintivo e improvvisato, si parte da brani di natura radiofonica come 7000 caffè, Mi Piaci, La Vasca, Solo, Una Volta (o Tutta La Vita), Baciami (e Portami A Ballare) dalle versioni ridotte e mixate in un unico filone sonoro, a quelli da un sound jazz e blues quali Oggi sono Io, Lo Zingaro Felice, Jazz, Da Piccolo, tutti brani che il cantautore ama stravolgere durante i live.

A detta di Britti, arrangia e reinterpreta versioni delle sue canzoni senza troppi fronzoli e ricami, cioè le propone in versione raw – cruda e reale – così proprio come sono nate in fase di composizione, l’opposto di come che avviene in fase di registrazione del disco.

Durante il live, il Nostro ha fatto salire sul palco alcuni suoni amici, come il sassofonista jazz romano Stefano di Battista, continuando a tirare fuori dal cilindro versioni ‘Brittiniane’ molto free-jazz e jazz-rock. Al cambio della guardia, l’alternarsi del batterista Antonio Santirocco, conosciuto anche come Il Sindaco del Blues, e dell’altro batterista Roberto Cenci che, insieme al bassista Fabrizio Sciannameo e al chitarrista Mark Hanna, hanno suonato fino a chiusura concerto in un concentrato di puro blues ad amplificatori stridenti.

Durante l’esibizione si sono create situazioni surreali ed esilaranti. In un luogo dall’acustica non ottimale, il rischio di problematiche tecnico-sonore erano dietro l’angolo. Infatti, il guadagno troppo alto del microfono faceva partir fischi acuti e brevi, la voce delle coriste era impercettibile e i segnali di fumo da parte di Britti verso i suoi tecnici del suono erano un tutto dire. Il suo volto la diceva lunga, tanto che l’artista, tra un brano e l’altro, andava lui stesso alla consolle per capire cosa stesse succedendo, ma nonostante questa forza maggiore, la musica restava sempre di ottimo livello.

Il 12 dicembre 2017 è stata la serata del caro Alex Britti dove quale confusione, improvvisazione, esperienza e mera organizzazione, lo hanno reso cantante, chitarrista, arrangiatore, tecnico del suono e direttore d’orchestra, che solo 40 anni di carriera musicale posso insegnarti ad essere.

 

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