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Alex Beyrodt: Voodoo Circle

Suoni d’annata, sudati concerti live, puro piacere di suonare. Metal anni ’70. Quel dono di esprimersi attraverso la musica che, secondo Alex Beyrodt, si sarebbe perso chissà dove. Per cercare questi ideali, nasce Voodoo Circle. Noia o tradizione? Questo è il problema…

Alex Beyrodt

Voodoo Circle

(Cd, AFM Records)

hard rock, metal

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voodoocircleQuando si preme play ad un disco del genere, non si può non  pensare immediatamente alle origini del heavy metal, a quel rock vecchio stampo che avrà sempre forti seguaci. E quando a suonare sono artisti che un po’ di storia l’hanno fatta, l’associazione diventa decisamente troppo facile.

Il chitarrista tedesco, Alex Beyrodt, ce lo ricordiamo come fondatore dei Silent Force e dei Sinner, ma è uno di quegli artisti che non riesce proprio a stare fermo e soprattutto a rinunciare ad un progetto solista. Così prende con sé validi compagni di musica, estirpandoli, per il tempo di un album, da formazioni che di strada ne hanno fatta parecchia. Prende, allora la voce dei Pink Cream 69 (David Readman), il basso dei Primal Fear e dei Sinner (Mat Sinner), la batteria dei Simple Minds e di Elton John (Mel Gaynor), e le tastiere che hanno suonato con Steve Lukather (Jimmi Kresic).

Il risultato è Voodoo Circle. Un progetto di cui non possiamo dire certo che sia l’ultima frontiera del hard rock, e di cui non possiamo nemmeno vantare le sue doti di originalità e audacia. Non ci sono colpi di scena. Non si cerca di stupire l’ascoltatore.

Possiamo però dire che, come per tutti gli incontri tra grandi musicisti, è una dimostrazione di talento e qualità sonora. Anche se si tratta della sonorità di un ventennio fa, resta un album perfetto sotto il punto di vista tecnico, come la maggior parte del metal anni ’80 su cui tutti tendiamo ad alzare le mani.

Ad impreziosire il lavoro degli ospiti che non sono certo i primi che passano per strada: il basso di Rudy Sarzo (Ozzy, Dio, Whitesnake, Quiet Riot) e di Martin Engelien,  la chitarra di Norifumi Shima (Concerto Moon) e le voci di Ralf Scheepers (Primal Fear), Paul Shortino (Rough Cutt, Quiet Riot) e Doogie White (Rainbow, Cornerstone, Yngwie Malmsteen).

Il frutto di questo mix di genialità? Ottima tecnica, canzoni orecchiabili, testi che girano e rigirano i vecchi stereotipi, tempi incalzanti e ballate.

I metalofili più incalliti resteranno ad ascoltare piacevolmente questo album, magari pensando ai bei tempi andati. Ma quelli che nella musica cercano più di un viaggio indietro nel tempo… rimarranno un po’ (con ottimismo) delusi.

www.voodoocircle.com

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Emiliana Pistillo
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