Alessia D’Andrea
(Cd, Renilin)
pop, rock
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Alessia D’Andrea è da qualche anno che sembra stia per esplodere da un momento all’altro, mentre continua a beccasi solo l’apprezzamento della critica e degli addetti ai lavori, rimanendo (purtroppo) lontane dal grande pubblico.
Dopo una collezione di premi, timidi tentativi dance e una prestigiosa collaborazione con i Jethro Tull, arriva finalmente l’album d’esordio. Dieci canzoni su undici scritte dalla stessa Alessia, interpretate dalla sua voce straordinaria e suonate con gusto italiano ma con orecchie rivolte verso il female pop rock americano, quello della prima Morrissette, per intenderci.
L’omonimo esodio della D’Andrea (calabrese d’origine e romana d’adozione), complice un manipolo di collaboratori di lusso, ha un respiro e un sapore internazionale, mercato cui probabilmente si rivolge direttamente.
Tutti i pezzi sono cantati in inglese, tutti moderatamente “robusti” quanto ad impatto rock, senza mai diventare aggressivi. La voce di Alessia impreziosisce e sposta sopra la media un disco che fila liscio come l’olio, che risulta sempre piacevole senza però mai offrire vere e poprie scosse telluriche all’ascoltatore.
Ad Alessia D’Andrea va il nostro plauso per la bella voce e, soprattutto, per l’assoluta determinazione con cui sta cercando un posto al sole nel paradiso delle pop star. Un angolo di cielo se lo merita.
P.S.: su ogni copia del Cd sono incollati 50 centesimi di euro (veri): per staccarli si dovrà necessariamente produrre un piccolo strappo sulla cover, una ferita metaforica sull’infanzia dei bambini di cui si occupa Save the Children. Alessia ha allegato la moneta al suo disco affinché ognuno aggiunga a quei 50 centesimi quello che vuole e lo spedisca all’ONG.
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