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AIM: Spirits of Your Tide

Spirits of Your Tide, ovvero la via italiana al post rock alla Mogwai. Ma anche con tanto altro in più

AIM

Spirits of Your Tide

(Cd, Viaaudio/Cd Baby/Jestrai, 2008)

post rock, alternative pop, ambient pop

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Gran bel disco nulla dire, se non che …

Ma andiamo per ordine. Gli AIM sono arrivati a questo Spirits of Your Tide dopo un Ep e un Cd e nel frattempo si sono guadagnati un po’ di estimatori nell’Europa dell’Est, finendo anche su una compilation pubblicata nella Repubblica Ceca.
Niente male per un misconosciuto terzetto milanese, i due gemelli Matteo e Marco Camisasca e Marco Fiorello.

Spirits of Your Tide suona che è una meraviglia. Ben suonato, ben prodotto, ben arrangiato, a tratti strumentale, più spesso cantato, produce atmosfere rarefatte, alza muri di sincera sofferenza attorno alle sue canzoni e catapulta l’ascoltatore in un universo musicale fatto di malinconia, chitarre circolari e arpeggiate, oltre a una batteria libera da ogni schema.

Tutto funziona a meraviglia, la sospensione dell’ascoltatore cercata dagli AIM arriva già dopo pochi istanti e non cede mai il passo a bruschi ritorni alla realtà, se non al termine delle 11 tracce in scaletta.

I puntini di sospensione iniziali, invece, si riferiscono alle influenze degli AIM: Radiohead, Mogwai, Tortoise, Sigur Ros, Giardini di Mirò (che a loro volta …). Insomma, tutto il meglio del post rock e del pop contaminato s’incrocia negli AIM che, seppure autori di un ottimo disco, non riescono però a far dimenticare i loro punti di partenza. E’ come se dovessero masticarli ancora un po’ e innaffiarli con del buon vino rosso, dato che il “manico” ce l’hanno, ma ancora non riescono a farci dimenticare da dove partono, lasciando i gruppi di partenza ancora un po’ troppo in bella mostra, piuttosto che come un vero e proprio background musicale.

Peccatuccio comunque di poco conto. Spirits of Your Tide si guadagna un meritatissimo voto alto in quanto disco da avere, ascoltare, riascoltare e amare profondamente, sapendo che gli AIM ci stanno dando tanto, ma anche che da loro vogliamo e possiamo pretendere anche di più.

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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