AIM
Finalmente a casa
(Autoproduzione)
rock, progressive
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Quello che gli AIM diffondono attraverso Finalmente a casa – quarto lavoro discografico del trio brianzolo – è quel modo inappuntabile di espandere rivoli e rivoli di rock flessuoso e aerato, un furoreggiare armonico e nello stesso istante focoso che è energia e poesia in un unico corpo, nove tracce attraversate da euritmie agili e percorsi di sintesi in forma libera, liquida , maestosa nei svolazzi prog Orme style (Dormo in te) o epilettica nelle schizofrenie di Finalmente a casa, incontinente nell’elettricità convulsa Nel nuovo giorno, come confusa nelle foschie waveing che avviluppano Vittoria; tracce, ritmi e sincretismi dal costante color grigiastro che strutturano un disco abilmente congegniato per piacere a stampo, e non ci si può far nulla.
Disco che esplode e si accheta, un carattere continuativo di magma e luci d’avanguardia (Mi vuoi migliore) che non annoia mai l’ascoltatore, una suono totale di razza e ottimi respiri che va a colpire direttamente chi non vuole perdere minimamente l’occasione di incontrare finalmente il nervo sincero e tenace della poetica scossa La tregua, quella viva e esaltante attitudine a far si che anche l’ossessione intima di Dove è ancora più profondo risuoni non come una mera compressione di basso, ma piuttosto come pulsione slanciata e oscura di una band, gli AIM, che nel piatto girotondo underground, ancora sa elargire colpi di genio.
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