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Acid Brains: recensione di Il Caos Vol. 2

Secondo Ep in pochissimo tempo per gli Acid Brains che danno seguito al precedente Il Caos, aggiungendo a questo titolo Vol. 2. La band lucchese si muove su connotati molto legati a quello che è stato l’alternative italiano degli anni Novanta.

Acid Brains

Il Caos Vol. 2

(Red Cat)

rock

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Secondo Ep in pochissimo tempo per gli Acid Brains che danno seguito al precedente Il Caos, aggiungendo a questo titolo Vol. 2, in puro stile Black Sabbath.

La band lucchese si muove su connotati molto legati a quello che è stato l’alternative italiano degli anni Novanta e del primo lustro del nuovo secolo, andando a omaggiare capisaldi importanti come i Marlene Kuntz ed Il Teatro Degli Orrori.

I quattro brani inseriti in questo lavoro sono molto scorbutici, a partire da 14 febbraio che ha un incedere a due fasi. La prima parte della traccia è molto lenta e cadenzata, mentre la seconda è deflagrante come una bomba che esplode all’improvviso.

Mr. Tanz si specchia all’interno di sonorità molto dissonanti, andando quasi a sfidare il punk, vista anche la sua brevità.

La voce di Stefano Giambastiani ricorda molto, soprattutto da un punto di vista dell’espressività, quella del maestro Pierpaolo Capovilla e si lascia ascoltare molto volentieri.

Il riff, quasi metal, di Saturo dà il via ad una canzone che poi si apre al jazz e ad alcune intuizioni degne dei migliori Jesus Lizard, tanto per rimanere in tema di nomi pesantissimi nel circolo dell’alternative mondiale.

A chiudere il cerchio ci pensa Lasciami Cadere con il suo giro di basso in puro stile Bleach dei Nirvana. Siamo all’interno di uno spoken word tipico del grande e sottovalutato Henry Rollins o dei nostrani Massimo Volume. Le atmosfere si dimostrano cupe, nere, cariche di nuvole minacciose, salvo poi sfogare in esternazioni proto grunge che fanno il loro effetto.

Prodotto di nicchia che piacerà molto a chi cerca emozioni da condividere con pochi altri eletti.

www.facebook.com/acidbrains.band

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Francesco Brunale
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