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On-Off: Ribcrasher

Gli On-Off si riconfermano i veri ed autentici emuli degli AC/DC, seppur con il loro inedito Ribcrasher

On-Off

Ribcrasher

(Cd, Steamroller Records)

hard rock, blues, classic rock

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Non stupisce certamente che i bustocchi On-Off siano nati come cover band degli AC/DC; in Ribcrasher l’esperienza da cover band ormai avviata da anni, seppur con vicende complesse alle spalle e vari cambi di formazione, tipici di quasi tutti i gruppi, più o meno famosi, si sente moltissimo.

Emerge tutta l’adorazione estatica che soprattutto il primo chitarrista, nonché il fondatore del gruppo fin dalle origini, Matteo ha per il gruppo australiano: le chitarre sono una citazione letterale di Angus Young, senza se e senza ma! Così come la ritmica è un richiamo secco agli AC/DC, che, però, vengono addolciti con venature meno hard e molto più rock classico e blues (grazie alla presenza di qualche ballad di spiccato richiamo a vari bluesmen e rockers ante litteram, come Chuck Berry, BB King, John Mayall), passando per il rock Anni ’70.

Una nota di merito per la bravura degli strumentisti, che, sicuramente, si mostrano all’altezza; per quanto riguarda invece la questione originalità, beh, c’è da obbiettare: è quasi come se il gruppo fosse restato, a livello di impronta nettamente solcata, una cover band fatta e finita, un copione già scritto, spacciandosi per qualcuno che fa pezzi inediti.

Con questo non si ha intenzione di denigrare i musicisti che suonano grazie alle cover, però, se un gruppo vuole avere un’evoluzione, seppur richiamandosi ai propri beniamini, deve rinnovarsi, e dare una nuova ventata ai pezzi che scrive di proprio pugno, mettendo qualcosa di proprio sia nelle sonorità che nell’identità.

Finché si sogna di essere gli AC/DC, seppure il proposito di emularli sia nobile, l’imitazione prevarrà sempre sull’originalità; gli On-Off sono un gruppo da ascolto disimpegnato e possono piacere ad un pubblico variegato, il che non è negativo, soprattutto per chi odia le astrusità musicali ed è alla ricerca della concretezza, ma non della novità.

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Irene Ramponi
Irene Ramponi

Irene Ramponi nasce a Milano nel 1983. Si interessa a tutto ciò che è arte fin dalla tenera età.
Questa passione rimane nel tempo, e, dopo la maturità scientifica, la porta ad iscriversi al neonato corso di laurea in Scienze dei Beni Culturali, indirizzo in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Milano. Consegue la laurea triennale nel 2006 con una tesi relativa ai Maestri Campionesi; Irene, infatti, è una delle poche ad avere una netta preferenza per la scultura rispetto alla pittura.
Continua i suoi studi sulla stessa linea, arrivando a laurearsi in Storia dell'Arte, corso specialistico presso l'Università Cattolica di Milano, nel 2009, con una tesi dal titolo: “Ricerche su Giovanni da Campione a Bergamo”.
Come si può notare dalle due tesi, Irene si interessa di argomenti poco battuti dalla Storia dell'Arte e poco conosciuti, se non nell'ambito degli studiosi più specializzati.
Ha collaborato con l'Associazione Amici dell'Arte di Castellanza (Va), tenendo conferenze sugli argomenti delle sue tesi e sui suoi studi presso la Villa Pomini, sempre a Castellanza.
Sta tuttora lavorando ad altre conferenze, in collaborazione con comuni del Varesotto e del Milanese, volte alla valorizzazione ed alla promozione dell'arte e del territorio locale.
E' amante del viaggio per la scoperta e la ricognizione di luoghi nuovi, e ama la musica, di cui si occupa con la collaborazione presso un'agenzia di organizzazione di eventi e concerti, ma anche praticandola in prima persona con lo studio del canto moderno e tramite alcuni progetti artistici.
Ama scrivere a tempo perso, soprattutto recensioni di critica a mostre e concerti, idealista disincantata, crede ancora nella forza dei sogni per la propria realizzazione personale.

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