The Noise Who Runs
Preteretrospective
(TNWR Records)
electronic, pop, downtempo
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Se avete amato gli Sneaker Pimps, band nella quale militava Chris Corner prima del suo progetto IAMX, di sicuro non avrete dimenticato canzoni come Spin Spin Sugar, 6 Underground e Tesko Suicide inserite nell’album Becoming X (1996) delle quali Ian Pickering è coautore.
Abbandonato il nord dell’Inghilterra per trasferirsi in Francia, Ian Pickering (già Sneaker Pimps e Front Line Assembly) forma il duo The Noise Who Runs insieme al chitarrista franco-brasiliano Felipe Goes con il quale comincia una nuova avventura sonora, proprio in questi giorni si torna volentieri a parlare di Preteretrospective, album su etichetta TNWR Records, grazie all’ultimo estratto, New York to L.A. in 2-and-a-Half Minutes (frase presa in prestito da uno degli scienziati attivi nella sonda spaziale che osserva il sole).
Pickering racconta “Quella frase, da New York a Los Angeles in 2 minuti e mezzo, comincia a dipingere immagini di un futuro folle, buono o cattivo dal costo ormai troppo elevato per il genere umano, forse ciò che conta non è quel che diamo per scontato ma perfino ciò di cui ci lamentiamo e ci lamentiamo sempre. Da questa suggestione è partito tutto”.
Il primo fraseggio “To be the death of kings in words” allude in parte alla storia di Biggie (The Notorious B.I.G.) e Tupac, storia capace di descrivere la statura iconica delle due città in questione ovvero il meglio e il peggio della cultura statunitense che senza dubbio ha influenzato gran parte della cultura del XX secolo, dalla musica alla cinematografia, dalle scoperte tecnologiche a quelle scientifiche.
Il synth ha il suono di una sirena, il riff pulsante di basso e la batteria fragorosa sono in netta contrapposizione con il tormento agrodolce della melodia unita al testo “stai attento a ciò che desideri”, il ritmo pulsante raffigura invece la corsa forsennata verso il progresso e la tecnologia che ci aiutano a risparmiare tempo a discapito dell’esperienza e della casualità, Pickering lancia un monito “Niente di ciò che viene fatto qui è a nostro vantaggio, puoi starne certo, non esiste nulla di altruistico, non c’è alcuna intenzione sincera, nessuna empatia o compassione, tutto inizia e finisce con il potere, il denaro e il profitto”.
Preteretrospective ingrana la marcia con Beautiful Perhaps, un mid tempo immerso in una bolla di darkwave ariosa resa soave dalle linee vocali leggere e incisive quanto basta per invogliare chi ascolta ad addentrarsi nei più ampi territori new wave di Off the Rails sulla scia di LCD Soundsystem.
Poi ci si perde nella selva (poco oscura) di una manciata di brani à la Ian Brown, chiara l’ispirazione brit pop/indie/EDM nelle gradevoli Things Fall Apart e Electronic Babysitter (ispirate alla pandemia), So Good I’t’s Free, Zoe’s Edible Garden e 2poor2die che parlano della crescente diseguaglianza nella società e delle battaglie portate avanti con scarsi risultati dagli invisibili senza speranza e Somewhere Between Dogs And Wolves dal meraviglioso tappeto trip hop ispirata alla poesia di Ted Hughes “The dogs are eating your mother”.
Ma il bello arriva inaspettato oltre le sbarre della decima traccia, Smile, Smile, Smile pur conservando il mood delle precedenti sorprende con un groove irresistibile animato da loop elettronici con tanto di killer refrain, Under the Sun dall’intro scarno ed essenziale apre invece all’elettronica spinta sostenuta dal solito basso micidiale e un assolo di chitarra di floydiana memoria, il testo racconta le conseguenze di una rivoluzione che dovrebbe (il condizionale in certi casi è d’obbligo) arrivare, infine L’altruisme arrampicata su tralicci elettronici dilatatissimi (ancora trip hop a palate) e la bonus track Beautiful Perhaps (LHT Remix) ovvero la versione acida e distorta della opening track.
Intimo e a tratti lirico, Preteretrospective è un disco variegato, controverso e trasversale, i testi importanti, la voce centrata e spesso sognante, i loop micidiali, le deviazioni distorte e le contaminazioni lisergiche degli ultimi pezzi ammantano di bellezza anche quelli meno illuminati, ditemi voi, non è anche questo il talento?
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