AdBlock Detected

Stai usando un'estensione per bloccare la pubblicità.

RockShock.it dal 2002 pubblica contenuti gratuitamente e ha la pubblicità come unica fonte di sostentamento. Disabilità il tuo ad block per continuare.

Weekend Cigarettes: Recensione di The Chosen One

The Chosen One il nuovo lavoro dei Weekend Cigarettes: Missione Revival Compiuta! Ma Revival di cosa? Punk Punk e Punk.

Weekend Cigarettes

The Chosen One

(Rocketman Records)

punk, alternative-rock, skatepunk, punk revival

_______________

I Weekend Cigarettes con il loro nuovo lavoro The Chosen One danno un colpo al cerchio e uno alla botte: anni ’90 e tematiche drammaticamente attuali. Lavoro scritto tra il 2020 e il 2022, che porta l’attenzione su tutte quelle dinamiche personali, assurde ed inedite, che in qualche modo hanno coinvolto tutti noi sotto pandemia.

Il tema è la perdita e il cambiamento che ne consegue. Il venire a patti con tante cose negative della vita per andare avanti; in qualche modo è quello che è successo a questa formazione che ha sfruttato un periodo alienante, come quello del Lockdown, per mettere a punto questo lavoro.

Il linguaggio, quello del Punk Rock. Più precisamente quello del Punk Rock Californiano degli anni ’90. Insomma una terza ondata di Revival; quasi a testimoniare che la risacca di quello tsunami di quasi 50 anni fa, torna e ritorna ogni volta che c’è bisogno di energia e di qualche dito medio alzato.

Your Life is Getting Over apre il lavoro con un giro di basso e un Bpm severo che spiegano assai bene, che quello che si ascolterà naviga in quel mare popolato da NOFX e Millencolin. L’aggiunta di una punta di ammodernamento alla Rise Against  invece, colloca bene il disco anche ai giorni nostri, come ben testimoniato dal pezzo di chiusura Walking Away (la cui parte finale vira quasi verso le cose più accessibili degli Bullets and Octane).

La tripletta Over the Lies (che cala un bel bridge intorno al minuto 1), See the Sundown (con le strofe molte tirate, quasi alla Maiden maniera) e April Comes Again (con un bel solo con tanto di “gallinella” al minuto 2:40), spiccano tra tutte le altre.

Produzione del sound davvero buona, come è buono il lavoro delle due chitarre (di Finger e Daniele Noto) e dei cori, altrettanto ben armonizzati. Per concludere sezione ritmica, di Francesco Santo (basso e voce) e Alessandro Suffia (batteria), impeccabile e dinamica.
Una sferzata di energia alla vecchia maniera che ogni tanto ci vuole.

 

Facebook

Gli ultimi articoli di Jimbo S.

Condivi sui social network:
Jimbo S.
Jimbo S.
Articoli: 10