Ciauda
Unnè
(Cd, TRP Music, 2008)
folk, pop
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“Quanto amore ci vuole per asciugare il pianto di questa terra”. Questa una delle frasi di esordio dell’album dei Ciauda. La band siciliana (Catania), guidata da Emanuele di Giorgio ha messo tutta il proprio folklore e la propria etnicità nell’album Unnè.
Salgono in crescendo musicale le quattro tracce dell’album dal sapore internazionale in quanto riferibile alla world music ed in particolar modo alle sonorità mediorientali.
In Unnè, produzione destinata anche all’estero, la voce inizialmente teatrale scopre un palcoscenico folkloriko fatto di una ricca strumentazione musicale e di ritmo rapido e danzante.
Tranquillo ha un testo più vicino all’italiano dove le tonalità più gravi e ritmate riportano un non so che del tarantismo. I suoni focosi del Sud fungono da tavola descrittiva dell’obiettivo dei Ciauda, portare un messaggio di fratellanza: “il saluto del mondo sta nelle mani di tutti”.
Inizia invece a mo di nenia Uva Pesta, che accomuna l’amore alla pratica della vendemmia: “l’amore è come tramutare il mosto in vino”. L’analogia sfocia in una esortazione alla danza e termina in una sorta di brindisi raccontato da una musica che nel frattempo si è fatta circense.
Perché piove si caratterizza per il ritmo sincopato e per l’introduzione graduale dei diversi strumenti per raccontare la ricerca di un compromesso tra sole e pioggia. Dove la metafora vuole rimandare utopicamente ad un compromesso politico nell’Italia contemporanea.
Per fortuna o sfortuna la dimensione politica non è fortemente percepibile in Unnè, complice forse anche il dialetto siculo. Rimane un costante rimando alla natura, luogo di contatto con la terra e la ripresa della tradizione senza la quale forse Unnè non sarebbe mai esistito.
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