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dEUS: How To Replace It

Dopo 11 anni di assenza tornano i dEUS di Tom Barman con How To Replace It. Il nuovo album non "arriva al cuore" immediatamente, ma in breve è capace di rivelarsi "robusto" e con un nuovo ventaglio di influeze.

dEUS

How To Replace It

(Pias)

art-rock, indie

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dEUS - How To Replace It recensione album 2023Dopo 11 anni di assenza tornano i dEUS di Tom Barman, anche se in questo periodo tra tour della sua band e i progetti TaxiWars e Magnus… non se n’è stato comunque con le mani in mano.

How To Replace It – questo il titolo del nuovo lavoro – ad un primo e magari distratto ascolto arriva con un album ricco di mestiere ma senza grandi picchi. E invece…

E invece, dandogli la giusta attenione e liberandosi da attese magari eccessive, si rivela un disco che allarga il campo d’azione della band, che dagli esordi zappiani è passata all’indie da festival per arrivare, ai giorni nostri, con un ventaglio di influenze che va da Beck a Cohen, giusto per citare le più evidenti.

Ma ci sono anche molti anni ’90 (Must Have Been Ne), atmosfere cinematiche (la titletrack), le ambizione neo-orchestrali di Man Of The House, i conti da fare col passaggio all’età adulta (che per Barman è arrivato a 17 anni, quando gli morì il padre) col brano 1989, composto durante i primi giorni del primo lockdown.

E per le serie “non si butta niente”, Simple Pleasures arriva da vecchie session dei Magnus, ma i dEUS si sono ricordati anche di quanto si divertano a fare jam session, come accaduto per Le Blues Polaire, che addirittura conserva alcuni passaggi di chitarra presi direttamente dai demo.

Tom Barman e Klaas Janzoons, gli unici due membri dei dEUS sin dalla prima ora, col secondo che a questo giro sembra di essersi dimenticato del suo violino a vantaggio dei synth, per How To Replace It si sono fatti aiutare da quello che è a tutti gli effetti il nuovo assetto della band, ovvero il batterista Stéphane Misseghers, il bassista Alan Gevaert e il redivivo chitarrista Mauro Pawlowski (che entra e esce dal gruppo senza un vero perché).

 

Dei 12 pezzi in scaletta probbilmente avrebbero dovuto avere il coraggio di gettarne alle ortiche 3, fra cui l’irritante Why Think It Over Cadillac. L’album ne avrebbe guadagnato in scioltezza. Ma tant’è. Seppure senza brani memorabili e/o destinati ad affiancare perle come Suds & Soda o un qualsiasi brano di Ideal Crash, How To Replace It è comunque un album che si lascia ascoltare con piacere e volentieri.

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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