UnActualZ
s/t
(Cd, Autoproduzione)
grunge, indie rock
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Il debutto degli UnActualZ farà felici i nostalgici del movimento grunge.
La costruzione delle melodie, lo sviluppo armonico dei brani più elettrici, l’impostazione vocale di Ottavio Castaldo: tutti elementi riconducibili al Seattle-sound degli anni ’90.
Per fortuna, nonostante le inevitabili sensazioni di deja-vu che di tanto in tanto prendono possesso dell’ascoltatore, il trio campano ha anche altre frecce al proprio arco.
In primis l’intelligenza di variare il menu: se brani come Balanced Hearts e Brainwashing seguono fedelmente le convenzioni del genere, altri momenti dell’album mostrano maggior inclinazione alla contaminazione (gli inserti wave di Litany; le aperture indie di Clouds, Angels, Desire; l’hard rock melodico di Game Over).
In altri frangenti ancora gli UnActualZ dimostrano padronanza anche uscendo quasi completamente dal seminato: nella dimensione pop di Stop The Lies come in Dirty Thirty Years, slow-tempo intenso e nervoso per pianoforte e voce. Lo spunto migliore del disco, in fin dei conti, ci pare proprio quello più atipico (Zealand): tracce di Police impreziosite da un intelligente uso della tromba e un’impennata rock finale.
I brani sono undici, ognuno dei quali vuol rappresentare un particolare stato d’animo (speranza, equilibrio, malinconia, etc.): emergono come elementi di continuità il gusto armonico e la cura per le variazioni ritmiche.
Pur consapevoli dei limiti di budget imposti dall’autoproduzione, ci sentiamo di consigliare al trio una maggiore attenzione in fase di registrazione e missaggio: il suono spesso asciutto e poco dinamico della batteria, in particolare, limita la potenza di brani che intuiamo poter essere assai più dirompenti nella dimensione live.
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