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Lebenswelt: recensione di Unspoken Words

Tornano i Lebenswelt con Unspoken Words, un album in bilico fra atmosfere post-rock, ambient e sonorizzazioni alla Beach House.

Lebenswelt

Unspoken Words

(Under My Bed Recordings)

post rock, ambient

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Lebenswelt-unspokenwords-recensioneFormatisi nel 2003 i Lebenswelt tornano in questo 2022 col loro sesto album intitolato Unspoken Words.

A short history of decay.Pt1 inizia con atmosfere quasi ambient un lavoro che più che un album sembra un concept. A seguire Keep On Dancing, in odore di Mars Volta, ma più nei lavori solisti di Omar Rodriguez Lopez che in quelli corali.

Più ispirata That Day, brano che profuma dei Beach House più onirici e che mi sembra fra i più ispirati dell’intero lavoro.

Sulla stessa scia resta anche Somehow, succeduto dalla più floydiana Gone e da una Come Back Again che accentua in me l’idea di trovarmi di fronte ad un concept o alla sonorizzazione di un film piuttosto che ad un semplice album.

Le atmosfere eteree ed a tratti piene di inquietudine cosmica continuano con Shade Of The Water che proseguono con Crawling, dando l’idea di non uscire mai dallo stesso brano.

 

Unspoken Words conduce alla conclusiva A Short History Of Decay.Pt2 che chiude il cerchio in un misto di smarrimento e noia.

In conclusione un progetto di difficile comprensione, che potrebbe essere molto interessante se meglio presentato e descritto. Purtroppo fa rimpiangere i lavori passati della band.

 

https://lebensweltmusic.wordpress.com/

 

 

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Fabio Busi
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