Bambara
Love on my Mind
(Wharf Cat Records)
post-punk
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Dopo due lunghi anni di silenzio i Bambara tornano sul mercato con Love on my Mind, mini album di sei tracce su etichetta Wharf Cat Records.
Impresa difficile, se non addirittura impossibile, quella di dare un degno seguito a Stray, pregiato concept album tenuto insieme da una compattezza innegabile del suono ma anche da una storia avvincente e dolorosa sviluppata traccia dopo traccia, la storia di un uomo disilluso e del suo tribolato percorso di vita, pieno zeppo di incontri alienanti con i borderline, gli emarginati, i perdenti, i solitari forzati, per intenderci gli scarti della società dei benpensanti, quelli costretti a misurarsi ogni giorno con problemi dai quali mai usciranno illesi, tuttavia illuminato dalla conturbante presenza di Miracle, la donna dei sogni, per molto tempo al centro di ogni suo pensiero ed infine accettata, suo malgrado, come amante di una notte, forse due, forse chissà.
Insomma un lavoro di altissimo spessore, un disco davvero difficile da dimenticare.
Ventidue minuti di musica forse sono troppo pochi per conoscere il nuovo cammino dei Bambara ma di fatto sufficienti per capire che la loro crescita artistica è in costante evoluzione, in questo EP la cura maniacale del suono va di pari passo con l’idea di non rimanere circoscritti nel recinto della line-up storica, il trio Reid Bateh (voce e chitarra), Blaze Bateh (batteria e cori) e William Brookshire (basso e cori) si avvale infatti della collaborazione di Jeff Tobias al sax, Jason Disu al trombone (entrambi nei Sunwatchers), Bria Salmena (Orville Peck/Frigs) e Drew Citron (Public Practice) ai cori.
È’ vero, nel corso degli anni la band ha perso un pizzico di quel lato selvaggio e verace al quale ci eravamo affezionati, ma il carisma rimane immutato, il concetto base del disco è un mix di fascino e oscurità dove trovano spazio gli eleganti duetti vocali, le chitarre affilate, le atmosfere cariche di richiami post-punk blues senza dimenticare le performance recitative/intimiste di Reid in Point and Shoot, Feelin Like a Funeral e Little Wars ed il gradito quanto inatteso arrangiamento new romantic di Slither in the Rain.
I rimandi al passato arrivano con le forsennate cavalcate a pelo di Mythic Love che rasenta il dinamismo di Serafina, con le struggenti malie di Slither in the Rain molto affini agli spettri evocativi di Miracle e con Birds che assume le stesse sembianze di una Sing me to the Street leggermente accelerata.
Ma le vere perle si incontrano solo alla fine e splendono di luce propria, parlo di Point and Shoot, oscura ballad fortemente evocativa dove la voce claustrofobica di Reid regala un momento di lacerante intimità e Little Wars, la mia preferita, che cresce lenta e inesorabile fino a raggiungere un’acme emozionale senza pari.
I Bambara sono tornati parlandoci d’amore ed è proprio di amore che abbiamo bisogno in questo momento storico.
Love on my Mind forse non rimarrà negli annali storici della discografia mondiale ma senza dubbio farà da ponte per i nuovi ormeggi di questa formazione enigmatica e talentuosa.
https://www.facebook.com/BAMBARA.band
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