Notwist
Roma, Circolo degli Artisti, 25 marzo 2010
live report
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Seconda calata in Italia dei Notwist in 18 mesi e secondo sold out a Roma.
Inutile fare tanti giri di parole: i Notwist sono dei giganti.
Vi confesso che al concerto di stasera sono venuto quasi pigramente: <<hanno fatto un ottimo spettacolo un anno e mezzo fa, non fanno un disco da due anni, che vuoi che sarà cambiato?>>, m’ero detto fra me e me.
Nulla di più falso. Già la quantità di materiali/strumenti posti sul palco, visti prima del concerto, qualche dubbio doveva farmelo venire. Batteria + batteria elettronica in fondo a sinistra. Poco più avanti la postazione per tastiera+basso+computer e in prima linea la postazione di Console, un misto tra cincaglieria abbandonata dai Kraftwerk dei tempi di Pocket Calculator e una nuovissima versione di Ableton Live su Tablet Pc. Ovviamente con la “solita” modifica di Console, che gli consente di comandare il software in modalità wireless, con due controller della Nintendo Wii!
Sempre in prima linea, al centro del palco, c’è la postazione di Marcus Acher: chitarra, giradischi e effetti da dj; dietro di lui un addetto allo xilofono, un ragazzo sorridente per tutto il concerto, felicissimo, che lo xilofono lo suona in maniera “normale” o facendo correre su suoi bordi gli archetti da violino. Un altro musicista diviso tra chitarra e tastiere, che avevamo visto in azione anche la volta scorsa, completa il sestetto in azione.
Parlare di indietronica per la musica dei Notwist è pericoloso: tante e tali sono le derive che può prendere la loro musica, specie dal vivo, che la gabbia di un genere … sta davvero stretta a una band partita da un robustissimo ed energetico post-rock (ma chi si ricorda più quei due dischi?) e approdata a una melanconica ed estasiante versione di poesia pop per chincaglieria più o meno elettronica, da sempre folgorati dall’hip-hop e tentati dal noise. Stasera addirittura giocano con noi lasciandosi/lasciandoci scivolare addosso anche qualche divagazione dance.
Una band perfetta, granitica, compatta, che rimedia alla perfezione a un errore di Console ad inizio concerto, pronta a lasciarsi andare a sfuriate che potevano stare bene a casa Mogwai e/o Sonic Youth, specie quando affrontano il loro passato remoto. E non basta a riportare la calma Neon Golden: anch’essa stasera deriverà verso il rumore, digitale o chitarristico che sia, indifferentemente.
Commuove, stasera, guardare ragazzi giovanissimi cantare a memoria Pilot, Pick Up the Phone o la sospirata Consequence, che arriva come terzo bis, poco prima della ninna-nanna conclusiva, che dopo 100 minuti di concerti ci lascia tutti con le mani spellate per gli applausi e senza voce per aver cantanto e urlato di gioia. Acher canta “let me paralized”, proprio come ci hanno lasciato i Notwist stasera.
Cari Notwist, sarebbe proprio ora di pubblicare un Cd/Dvd dal vivo!
Guarda la fotogallery (fotografie di Massimo Garofalo).
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