Toxic Poison
The Beast Is Back
(CD, Banksville)
rock, hard-rock, metal
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Sono alla loro terza release i Toxic Poison. Quartetto vercellese che in nove canzoni e cinquantuno minuti di musica vuole riproporci il suo sound assolutamente non intenzionato a soddisfare alcun tipo di marketing.
O, almeno, questo è quello che ci raccontano.
Da subito non è difficile capire che la struttura dell’album è solida e molto ben ancorata alla potenza che questo tipo di hard-rock e di metal ci regalano da sempre. I toni sono rabbiosi, concitati e convulsi. Ovviamente non manca tutto quello che è alla base di questo sound, intendendo, con questo, la massiccia forza delle chitarre governate ad arte e della batteria incalzante. Tutto davvero ben incanalato nei binari tracciati da quei gruppi che, palesemente, hanno servito su un piatto d’argento lo spunto per questo lavoro. Ed il confronto con queste stesse band viene davvero troppo facile. Così facile da far diventare quasi banale e scontato un lavoro teoricamente davvero apprezzabile. E parlo di Iron Maiden, Slipknot e Slayer in primis. Ma anche richiami di psichedelia sparsi qua e la. In particolar modo in The God Of Money, Bluejada e Nevermore andando a toccare l’apoteosi del “ma è una cover?” in Moonchild.
Mi rammarica, quindi, il fatto che dietro una tecnica che rasenta l’assoluta qualità non ci sia un percorso proprio ben delineato. Eppure non rimango stupita di fronte al successo che già sta riscuotendo questo gruppo. Perché la padronanza della materia c’è. Di estro, ce n’è decisamente meno.
The Beast Is Back, quindi, ma cosa avremmo dovuto aspettarci?
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