Lurk
Around The Sun
(Pure Noise Records)
garage rock, hard rock, alternative rock, garage punk, AOR, psychobilly, post-punk, synth punk
_______________
È uscito Around The Sun, l’album d’esordio del quintetto statunitense Lurk, band psychobilly con base a Chicago, edito per Pure Noise Records e anticipato dall’uscita dei primi singoli estratti Crack A Smile e Pressure Points.
Le dieci tracce che compongono questo primo take discografico, sostenute da un outfit sonoro di base eccentrico, provocatorio, ronzante, passionale, sfrontato e al tempo stesso radiofonico, affrontano, da un lato, le metamorfosi di una contemporaneità che, sempre più assoggettata alle nuove e alienanti dinamiche algoritmiche e digitali, soffoca aspettative e sogni in nome del conformismo e del consumismo, e dall’altro continua a bruciare il vecchio combustibile dell’alt-rock, percorrendo solchi strumentali usurati e ben definiti.
Passando attraverso sferragliate frenetiche di chitarra elettrica, riff pirotecnici e taglienti, voce sporca e sguaiata, ritmiche energiche, spigolose e sinuose, scariche di adrenalina blues, deviazioni lisergiche della psichedelia, stravaganti contaminazioni elettro-synth e accattivanti melodie elettroacustiche, i Lurk abbracciano e rievocano le atmosfere frizzantine di quel territorio revival legato alla sfrenata passione per il post-punk di fine anni Settanta ed il garage punk scandinavo degli anni Novanta.
“Volevamo fare qualcosa che fosse una sorta di Ramones che incontrano i Devo che incontrano i B52 che incontrano i The Cramps. Se qualcosa suona super pop, proviamo a mandarlo a puttane, se qualcosa suona davvero duro, allora cerchiamo di farlo sembrare anche orecchiabile”, spiega il cantante Kevin Kiley.
Pertanto, andando controcorrente rispetto all’asse convenzionale del music business odierno e fregandosene di che tempo fa fuori, i Lurk si allacciano al beat cardiaco e compulsivo di My Sharona dei The Knack (vedi titletrack) e riprendono il main riff della ballad rhythm & blues (Sittin’ On) Dock Of The Bay di Otis Redding stravolgendolo (nel brano Crack A Smile) in versione garage rock tendente al college-punk anni ’90.
Provenienti dalla città che ha tenuto a battesimo nomi eccellenti dell’indie rock, quali Smashing Pumpkins e Wilco, e realtà iconiche della scena underground post-rock, quali Tortoise e Codeine, i Lurk mettono in musica quel fervore nostalgico ricco di strappi e amplificazioni rock ‘n’ roll, psychobilly, boogie rock e hard rock, in una coinvolgente retrospettiva rock vintage che si presta facilmente all’esecuzione dal vivo. Anche a costo di sembrare la copia bollita di qualcos’altro oppure, semplicemente, una classica minestra riscaldata.
Gli ultimi articoli di Andrea Musumeci
- Visconti: recensione di Boy di Ferro - November 1st, 2024
- We Fog: recensione di Sequence - October 18th, 2024
- Tindersticks: recensione di Soft Tissue - October 4th, 2024
- Cambra: recensione di Scatole - September 20th, 2024
- Paris Paloma: recensione di Cacophony - September 18th, 2024