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Spaghetti Wrestlers: recensione di Tururarap Turap

Il nuovo capitolo degli Spaghetti Wrestlers si materializza mediante sonorità garage rock, melodiche sferzate rockabilly, rock 'n' roll primitivo alla Ramones e intensi momenti di easy weird punk.

Spaghetti Wrestlers

Tururarap Turap

(Vina Records)

garage rock, punk rock, rockabilly, weird ‘n’ roll, hard rock

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Spaghetti Wrestlers Tururarap TurapDopo una manciata di singoli, un EP omonimo e una serie di concerti all’interno del circuito live nazionale, gli Spaghetti Wrestlers mandano alle stampe il nuovo sforzo discografico intitolato Tururarap Turap, edito per Vina Records e composto da cinque tracce weird punk cattive e melodiche allo stesso tempo.

Tururarap Turap, in pratica, è il coretto onomatopeico che, come spiegato nel comunicato stampa dalla band biellese, si canticchia quando non si conoscono le parole di una canzone, ma soltanto il motivetto.

Gli Spaghetti Wrestlers (Marco Barberis, voce e basso, Davide Diomede, chitarra e cori, Mirko Losito, batteria e cori) danno continuità al loro progetto musicale e goliardico mettendo nuovamente sotto i riflettori quel microuniverso denominato Spaghetti Wrestling; ovvero la risposta low-cost, caricaturale, amatoriale e grottesca al mondo surreale, patinato e fittizio del wrestling professionale americano, evidenziando la stoffa metaforica che c’è tra la vita reale e il wrestling.

Quello descritto dal trio piemontese è un contesto sotterraneo e demenziale le cui esibizioni si riversano in strade e piazze, su ring improvvisati, in cui lottatori non professionisti, mascherati e dai corpi flaccidi, si sfidano creando dei veri e propri personaggi bislacchi e bizzarri. Insomma, dei veri e propri anti-eroi alla Super Nacho di Jack Black, che si atteggiano a Randy “The Ram” Robinson (Mickey Rourke) facendo finta di darsele di santa ragione. Sebbene, alla fine, ci sia sempre qualche sfigato estremista di turno, in debito di sarcasmo, convinto che sia tutto vero.

D’altronde, sin dagli anni ’80, wrestling e musica hard rock e metal, concettualmente, e se consideriamo il basso livello della cultura di massa, sono strettamente legati da una filosofia comune dettata da una prospettiva artificialmente glamour e forzatamente virtuosa. Non è un caso se la musica hard rock, quale sinonimo di potenza e nella sua componente più fallocrate, sia stata, spesso e volentieri, utilizzata come soundtrack nell’ambiente del wrestling e dei club di striptease.

In questo nuovo mini-capitolo fonosimbolico gli Spaghetti Wrestlers portano alla luce tematiche riflessive sull’attualità, correlando la caducità dei rapporti interpersonali all’influenza dei social network nella società contemporanea dell’immagine (facile parallelismo con la cultura edonista degli anni ’80) e del tutto e subito, in cui ogni aspetto della quotidianità deve essere obbligatoriamente istantaneo, superficiale, multimediale, iperconnesso e iper-veloce, talmente veloce da perdere l’attrito con la realtà.

Al tempo stesso, dal punto di vista strumentale, Tururarap Turap prende forma e sostanza mediante uno spartito revivalista che raccoglie atmosfere e sonorità classiche del garage rock anglofono, alle quali si aggiungono melodiche sferzate rockabilly (Cobe), sferragliate rumoristiche e moleste (Outro), il rock ‘n’ roll asciutto e primitivo dei Ramones (Stand By Me), intensi momenti weird punk ed improvvisi impulsi ormonali power punk (I Don’t Wanna Know The Way I’ll Die), che si mescolano a scenari cupi e allucinati dall’incedere lento e ipnotico (Battle Royal).

Il tutto in veste euforica, frizzante e all’insegna di riff distorti, rudimentali, sgangherati e strambi (come lo è già la scelta del monicker Spaghetti Wrestlers), seguendo anarchicamente il proprio istinto, teneramente rabbioso, e votandosi totalmente a quell’autentico divertimento fatto di amplificatori pesanti e semplici accordi, ma senza costrizioni di genere o tendenze.

https://www.facebook.com/spaghettiwrestlers/

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