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Ninfea: recensione di Ri-Evoluzione

In Ri-Evoluzione dei Ninfea c’è tanta rabbia che viene, però, incanalata seguendo dei sentieri musicali importanti.

Ninfea

Ri-Evoluzione

(VREC)

rock

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Ninfea Ri-Evoluzione recensioneIn Italia la passione per certe sonorità aspre, ruvide, oserei dire grunge, fortunatamente non sono mai andate in soffitta. Soprattutto nell’underground è assolutamente tangibile come ci siano tantissime band che si rifacciano, sia nell’attitudine che nel gusto, a ciò che trent’anni fa andava come un treno e riusciva a essere in vetta alle classifiche di mezzo mondo.

Non fanno distinzione in tutto questo i Ninfea, terzetto pugliese, che con il loro Ri-evoluzione danno il proprio contributo e la loro interpretazione a ciò che fu e che potrebbe ancora essere da un punto di vista musicale.

Introdotti da Pino Scotto nell’opener Rocket Evolution, i tre, dal successivo brano in poi, si lasciano andare in delle vere e proprie sassate musicali che non danno spazio a dubbi.

In questa band c’è tanta rabbia che viene, però, incanalata seguendo dei sentieri musicali importanti.

Le melodie, questo va detto, sono diradate e difficili da scorgere e quando esse si vedono in modo netto e chiaro, allora ecco che escono fuori pezzi clamorosi come Ominide che si erge a vero e proprio capolavoro di questo prodotto.

Non mancano neanche i momenti meno intensi o, comunque, più tranquilli come Virus Blues che sposta decisamente il tiro su territori più rarefatti e meno convenzionali, soprattutto se si considera l’insieme del lavoro.

Dunque, tirando le somme, si può affermare che questo disco è un buon punto di partenza per i Ninfea che dovranno, ad ogni modo, spuntare alcune asperità per poter, davvero, puntare a conquistare fette di pubblico sempre più ampie, in modo da non rimanere incagliati nell’affascinante, ma buia fetta dell’underground.

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Francesco Brunale
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