Interferenze
V1.1 & V1.2
(2Cd, Kizmaiaz)
rock, elettronica, industrial, electro
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La recensione potrebbe essere brevissima: è un disco (doppio) bello, suonato bene, strutturato bene, bilanciamento equilibrato tra noise e melodia. Gli Interferenze assomigliano ai primi Nine Inch Nails? E allora? chi se ne importa, bene, possono comunque evolversi.
Però… sì, c’è un però. I testi. Come ho detto all’inizio, il disco è bello, e sebbene i suoni siano molto simili ai NIN, sono ben studiati e modellati. I testi all’opposto sono un marasma di luoghi comuni sulla condizione mentale di poeti maledetti, delle ipotetiche perversioni di novelli marchesi De Sade, del nichilismo inevitabile della società d’oggi. In pratica, l’equivalente uguale e contrario della zuccherosità delle problematiche giovanilistiche di impronta mocciana. Vizio di moltissimi gruppi italiani attuali, che fanno proseliti tra tutti coloro che odiano i giovani tipologicamente mocciani. Il che mi fa pensare più ad una strategia di mercato che ad onestà intellettuale, però mi posso sbagliare! Il risultato è lo stesso, banalità.
Per piacere, Giacomo e Luca, il disco è bello, ma fate un esperimento: buttate via tutte le tracce vocali e riscrivetelo, evitando le banalità. Vi posso dare un suggerimento? Cercate storie da raccontare intorno a voi, inventatevele, provate ad usare un vocabolario diverso, evitando parole e concetti come follia, fragilità, violare, decadenza, malinconia, noia. Giocate con le parole, avete giustamente scelto di cantare in italiano, il che complica un po’ la cosa, curate la metrica. Allora, sono sicuro sarà un ottimo lavoro.
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