Di Cioccio & Campanelli
The Last Odissey
(Aventino Music)
krautrock, ambient, groove, techno, house, industrial, afro-beat
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The Last Odissey è il nuovo album totalmente strumentale firmato dal duo elettronico Di Cioccio-Campanelli, anticipato dall’uscita del singolo Zauberspiegel e masterizzato da Claudio Scozzafava, compositore e responsabile della Aventino Records.
Composto da 10 tracce in scaletta, per la durata di 26 minuti, The Last Odissey è un romantico omaggio alla produzione discografica synth-pop dei Kraftwerk, da Autobahn ad Electric Café, ed in particolar modo (come dichiarato dagli stessi Di Cioccio e Campanelli) alla memoria del genio creativo, visionario e rivoluzionario di Florian Schneider, lungimirante compositore che ebbe il potere di immaginare, anzitempo, la musica pop del domani, che da lì a breve avrebbe catturato l’attenzione delle grandi masse, e quello che sarebbe stato il linguaggio universale della civiltà dell’avvenire, in risposta alla sottocultura macho rock di quel periodo storico, rileggendo e reintepretando la connessione multimediale tra musica, arte e design.
Tuttavia, quella dell’oboista Di Cioccio e del DJ old school Campanelli (già insieme nel progetto elettronico Le Borg) è un’opera evocativa da non leggersi soltanto come mera replica esecutiva, bensì alla stregua di una retrospettiva modulare, armoniosa ed armonica che, passando per il dualismo simbiotico tra passato e futuro, tradizione ed innovazione, strumentazione convenzionale e contemporanea, tecnologia analogica e digitale, sound e immagine, si abbandona al fascino amarcord dei primi televisori di fabbricazione teutonica degli anni ’50 e alla manifattura seminale di altri antesignani influencer della manipolazione elettronica quali Karlheinz Stockhausen, John Cage, Vangelis, Brian Eno e Giorgio Moroder.
The Last Odissey è, dunque, musica elettronica fatta con strumenti elettronici ed elettrici; una fabbrica del suono artigianale e industriale krautrock che, partendo dalle frequenze elettriche di valvole, condensatori e oscillatori, si muove alla volta di confini enigmatici, di sonorità cibernetiche e dei binari interstellari della kosmische music, mescolando quei suoni psichedelici a ritmiche downtempo e midtempo, all’algida robotica dei sintetizzatori, al tribalismo afro-beat, all’house e all’ambient lounge, forte del suo carattere identitario autonomo, sofisticato, computerizzato e, di conseguenza, post-rock, nell’accezione più filosofica ed empirica del termine.
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