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Enempidi: Quanto Basta

Gli Enempidi rialzano la testa con il loro primo album ufficiale: rabbia e diperazione anni 2000 Quanto Basta!

Enempidi

Quanto Basta

(Cd, Bagana Records)

crossover, nu-metal, alternative metal

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Rabbia, rancore, dolore!!! Un concentrato di potenza e negatività costruttiva ci investono fin dal primo ascolto; il messaggio nichilistico e carico di odio e cattiveria, oltre che di disillusione venata però di voglia di rivoltarsi contro la società, è trasmesso in pieno dagli Enempidi, band dalla storia medio-lunga, che sembrava in via di scioglimento, ma che con Quanto Basta ha dimostrato di essersi risollevata in carica combattiva ed in energia.

Le tracce alternano un cantato a tratti in italiano e a tratti in inglese, sempre stilisticamente molto violento, fino ad arrivare ai confini del growl; un po’ una lezione Korn-Linea 77 combinati, in ritmiche e sonorità urlate, volutamente sgraziate per far da testimoni al grido di dolore della proprio io, sempre combattuto tra il bianco e il nero, e che mai riesce a trovare una mezza misura nel grigio.

Ovviamente, a sostenere il nichilistico grido della voce, c’è sempre una potente chitarra, che, a sprazzi, tocca addirittura un sound stoner, adattandolo benissimo a un contesto molto più hard. Non si direbbe che le radici degli Enempidi siano elettroniche ed hip-hop, quindi, complimenti ai chitarristi, che, con l’inserimento di brillanti disorsioni sono riusciti benissimo a far virare il gruppo verso un terreno musicale completamente differente.

Indubbiamente, soprattutto nelle urlate growl-style, Max Cavalera si dimostra un ottimo esempio da seguire per impostare pressoché quasi tutta la linea programmatica di Quanto Basta (anche a livello di combinazione riff chitarristico-colpi di batteria), e questo risulta evidente fin dal primo ascolto; un po’ come se venisse utilizzato lo stesso linguaggio della denucia sociale di Cavalera, ma per esprimere un tema diverso, un contenuto differente, ovvero la voglia di evasione dai demoni della propria mente e la lotta contro il proprio Super-Ego negativo.

Rispetto a tanti altri gruppi alternative metal in circolazione, che, il più delle volte, si rivelano dei cloni dei colleghi americani, gli Enempidi riescono a tirar fuori un barlume di originalità, sia a livello musicale, sia a livello testuale; l’ascolto di Quanto Basta è vivamente consigliato a chi vuole sfogare il proprio stato rabbioso, se e solo se c’è volontà di reazione e di cambiamento della propria condizione; sconsigliatissimo invece a chi è sull’orlo del suicidio o in profonda crisi esistenziale, richierebbe di peggiorare ulteriormente la situazione!

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Irene Ramponi
Irene Ramponi

Irene Ramponi nasce a Milano nel 1983. Si interessa a tutto ciò che è arte fin dalla tenera età.
Questa passione rimane nel tempo, e, dopo la maturità scientifica, la porta ad iscriversi al neonato corso di laurea in Scienze dei Beni Culturali, indirizzo in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Milano. Consegue la laurea triennale nel 2006 con una tesi relativa ai Maestri Campionesi; Irene, infatti, è una delle poche ad avere una netta preferenza per la scultura rispetto alla pittura.
Continua i suoi studi sulla stessa linea, arrivando a laurearsi in Storia dell'Arte, corso specialistico presso l'Università Cattolica di Milano, nel 2009, con una tesi dal titolo: “Ricerche su Giovanni da Campione a Bergamo”.
Come si può notare dalle due tesi, Irene si interessa di argomenti poco battuti dalla Storia dell'Arte e poco conosciuti, se non nell'ambito degli studiosi più specializzati.
Ha collaborato con l'Associazione Amici dell'Arte di Castellanza (Va), tenendo conferenze sugli argomenti delle sue tesi e sui suoi studi presso la Villa Pomini, sempre a Castellanza.
Sta tuttora lavorando ad altre conferenze, in collaborazione con comuni del Varesotto e del Milanese, volte alla valorizzazione ed alla promozione dell'arte e del territorio locale.
E' amante del viaggio per la scoperta e la ricognizione di luoghi nuovi, e ama la musica, di cui si occupa con la collaborazione presso un'agenzia di organizzazione di eventi e concerti, ma anche praticandola in prima persona con lo studio del canto moderno e tramite alcuni progetti artistici.
Ama scrivere a tempo perso, soprattutto recensioni di critica a mostre e concerti, idealista disincantata, crede ancora nella forza dei sogni per la propria realizzazione personale.

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