Seasurfer
Zombies
(Reptile Music)
dream pop, coldwave, shoegaze, post-punk
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In questo paradossale ed incredibile momento storico si incastra alla perfezione un disco capace di indurre alla riflessione. È appena uscito Zombies, il nuovo lavoro dei Seasurfer, duo tedesco tra i più apprezzati nella scena dream pop dell’ultimo decennio.
Viviamo in un mondo maledettamente ostile, sempre più arginato tra steccati involutivi, un mondo incapace di sognare, sconfitto a priori dalla costante ricerca di successo effimero, relazioni superficiali e facili consensi in un perimetro slabbrato di sensazioni spiacevoli dovute in parte alle restrizioni imposte ed auto imposte. Siamo animali ridotti in cattività, pellegrini dagli occhi bendati e dal cuore appassito, bestie feroci a caccia di selvaggina non atta a sfamarci ma usata invece per soddisfare miseri bisogni accessori e fugaci.
Il progetto, fondato ad Amburgo nel 2013, si è guadagnato una solida base di fan in tutto il mondo grazie alla pubblicazione di due album e due EP per l’etichetta statunitense Saint Marie Records.
Negli anni Dirk Knight (il cuore dei Seasurfer) ha più volte cambiato line-up alla ricerca di musicisti adatti al suo stile, con l’entrata di Apolonia nel 2018, sembra essersi finalmente chiuso il famigerato cerchio perfetto.
Zombies disegna, in un quadro sufficientemente oscuro, l’orrore e gli abissi dei nostri giorni ambigui lasciando però aperto uno spiraglio su una fievole luce alla fine del tunnel, l’attitudine pop mista ad evidenti reminiscenze anni ’80 chiarificano il messaggio grazie ad un sound dominato da basso portante, chitarre noisy ed enfatici synths cuciti sulla voce eterea e sensuale di Apolonia, incantevole sintesi tra Jae Matthews, Alison Lewis ed Alison Shaw.
Per la prima volta Knight si mette alla prova suonando tutti gli strumenti, il suono denso, stratificato, pieno di riverberi e ritmi sintetici è influenzato dalla corrente post-punk ma il disco profuma senza dubbio di coldwave, shoegaze e darkwave, contaminazioni confluite in una summa di elettronica fumosa noise pop dal gusto intenso e profondamente ispirato.
L’edizione in CD include un secondo disco, il mini-album di 8 tracce The Dreampop Days (disponibile anche in digitale), registrato con Elena Alice Fossi dei Kirlian Camera, due dei brani, tra cui il singolo del 2019 Blue Days, sono stati mixati dalla seconda mente dei This Mortal Coil nonché leggendario produttore della 4AD, John Fryer (Depeche Mode, Cocteau Twins, Lush, Nine Inch Nails, This Mortal Coil).
Zombies apre la porta delle emozioni con SOS, rappresentazione calzante dell’atmosfera introversa di cui l’album è profondamente intriso, non a caso la registrazione ed il missaggio sono avvenuti nella scorsa primavera, durante il lockdown da covid 19. Nella fase conclusiva della produzione, Knight e Apolonia hanno pensato che il mondo stesse diventando sempre più surreale, non solo a causa del virus ma anche per la situazione politica mondiale, la catastrofe climatica inarrestabile e troppo spesso ignorata, insomma una serie di problematiche che li hanno portati a sentirsi proprio come degli zombies, vagabondi e storditi in un universo perduto.
SOS rivela il raffinato stile Seasurfer, l’elettronica oscura incontra i sintetizzatori spettrali e le chitarre nebulose in un loop electrogaze magistrale.
La title track, Tears & Happines, Pretend ma soprattutto Into Your Skin sono pseudo ballad martellanti difficilmente dimenticabili, Too Wild con un raffinato intro fiabesco si infila in un turbine di tenerezza tradotto dal sussurrare lascivo e dannatamente sexy di Apolonia, Lovers Breakdown fedele alla darkwave più basica implode in un intreccio magico di basso e voce perdendosi più volte nelle trame dei contrasti sonori tracciati in partenza, interessante lo sviluppo di Secrets nella quale un orecchio attento può ravvisare mille sfumature dipinte con grande classe, Heaven è una pennellata rosa su una tavola di marmo nera, perfetta compagnia per notti insonni spese nelle piste da ballo dell’anima.
Zombies è un cerchio concentrico di pensieri ossessivi all’interno del quale prende vita la speranza, l’ideale versione di un periodo paradossale capace di vanificare qualsivoglia desiderio. Zombies siamo noi, alla costante ricerca di una libertà fisica e spirituale impossibile qui ed ora ma esiste sempre un giorno dopo un altro giorno, i Seasurfer sono qui per ricordarcelo.
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